lLa processione non finisce mai. Nelle strade tortuose del piccolo porto di pescatori di Trinité-sur-Mer, nel Morbihan, il corteo da à-Dieu al nativo del paese, Jean-Marie Le Pen, di coppia. Sui marciapiedi e alle finestre, gli spettatori si mescolano ai fedeli del fondatore del Fronte Nazionale, morto martedì 7 gennaio all’età di 96 anni. Sotto un grande cielo azzurro, applaudiamo al passaggio del carro funebre, seguito a piedi dalle tre figlie del defunto: Marine, Marie-Caroline e Yann Le Pen.
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Al punto da sovrastare in alcuni punti il suono del Bignou e del Cornemuse, suonati da musicisti in abiti tradizionali, che accompagnano con un’aria bretone la passeggiata dalla chiesa Saint-Joseph al cimitero. Gli unici invitati alla cerimonia religiosa officiata dal parroco, i duecento familiari e il primo circolo di amici hanno potuto ascoltare il Vangelo delle Beatitudini prima di cantare, tra i canti religiosi selezionati da Marion Maréchal, il inno a Sant’Anna, patrona dei Bretoni.
Anche se doveva essere “strettamente adatto alle famiglie”, l’omaggio al cinque volte candidato alle elezioni massime non poteva essere completamente separato dalla politica. A prova di ciò c’è niente meno che il manifesto presidenziale del 2002, in bianco e nero, che la famiglia ha scelto per illustrare il suo libretto della messa, nonché un libretto biografico distribuito ai fedeli presenti. Entrambi si sono conclusi con il mantra preferito dell’ex esponente nazionalista: “Il futuro inizia sempre domani”.
Prima di arrivare al caveau, tutte le famiglie e le generazioni del Fronte che divenne Raduno Nazionale furono sorprese di ritrovarsi, così, spalla a spalla. È presente il cofondatore ed ex vicepresidente del Fronte Nazionale, Alain Jamet, 90 anni. Il giovane boss della Rn, Jordan Bardella, 29 anni anche lui.
“La morte, anche il nemico ha diritto al rispetto”
Marie-Christine Arnautu, Bruno Gollnisch e Huguette Fatna, ex primi luogotenenti di Jean-Marie Le Pen, si trovano fianco a fianco con gli amici di Marine Le Pen. In particolare l’eurodeputato Gilles Pennelle o il deputato del Pas-de-Calais Bruno Bilde. Mentre seguono il senatore di Marsiglia – che ha lasciato la RN per Éric Zemmour durante le ultime elezioni presidenziali – Stéphane Ravier, così come il deputato della RN del Var, Frédéric Boccaletti… Tra i duecento ospiti, quasi altrettante persone anonime si uniscono al processione nel corso delle ore. Bernard Boiché, sessantenne, è uno di questi. Uno dei primi attivisti di Jean-Marie Le Pen, avrà percorso 2.800 chilometri durante il fine settimana, andata e ritorno da Beaucaire nel Gard, per essere lì. “Non potevo immaginare di non salutarlo”, dice.
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Anche una ventina di attivisti radicali stile skinhead, alcuni con il volto nascosto, sono riusciti a farsi strada tra le numerose forze di polizia. Ma senza creare incidenti. Altrimenti, per uno di loro, essere vittima di bullismo e poi cacciato via dall’eurodeputato e cognato di Marine Le Pen, Philippe Olivier, per aver esposto una bandiera francese sormontata da una croce celtica, segno di manifestazione dei piccoli gruppi fascisti. Con grande sollievo degli organizzatori, nessuna manifestazione politica o associativa di sinistra ha interrotto la cerimonia. Grazie, in particolare, a un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, tra cui più di un centinaio di gendarmi e CRS mobilitati.
“Nel presentare le sue condoglianze, Emmanuel Macron ha assicurato a Marine Le Pen che saranno messi in atto i mezzi necessari affinché la serenità della famiglia sia rispettata”, dice un caro amico della figlia di Jean-Marie Le Pen. Quasi facessero eco alle parole scivolate dal Capo dello Stato al governo, durante l’ultimo Consiglio dei ministri: “La morte, anche il nemico ha diritto al rispetto. »
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