Le serie poliziesche sono sempre state in grado di affascinare gli spettatori, ma pochi riescono a reinventare un genere così esplorato. Con Su chiamataPrime Video propone una prima stagione che, seppure perfettibile, segna una vera e propria rottura con le convenzioni del genere. Attraverso otto episodi, questa serie ci offre una visione cruda e coinvolgente della vita quotidiana degli agenti di pattuglia a Long Beach, in California. Dalla prima scena, Su chiamata impone il suo tono. Invece di affidarsi a un modello classico in cui ogni episodio introduce un caso che viene rapidamente risolto, la serie tesse un filo emotivo e narrativo che collega ogni trama.
L’ex ufficiale istruttore Traci Harmon e la recluta Alex Diaz affrontano la perdita di un altro ufficiale e le conseguenze della politica di polizia all’interno del dipartimento e per le strade di Long Beach.
Questa continuità è rafforzata da una scelta coraggiosa: l’uso di telecamere di bordo, siano esse dashcam, bodycam o addirittura registrazioni del cellulare. Questo stile visivo conferisce alla serie un’estetica documentaristica, rafforzando il sentimento di autenticità. Long Beach, ambientazione atipica per una serie californiana, gioca un ruolo centrale in questa immersione. A differenza degli ambienti glamour spesso associati a questo stato, la città è raffigurata come un luogo duro, dove la realtà sociale ed economica pesa pesantemente sui personaggi. Questa scelta aiuta a differenziarsi Su chiamata altre serie poliziesche e conferisce una dimensione quasi tangibile alla storia. Al centro della serie, due protagonisti opposti ma complementari: Harmon, un ufficiale esperto, e Diaz, una giovane recluta ancora imbevuta delle sue origini in un quartiere difficile.
La loro dinamica costituisce la spina dorsale narrativa diSu chiamata. Lontano dal cliché del mentore maschio che guida un principiante, la serie inverte i ruoli e offre una prospettiva rinfrescante. Harmon, seppur segnato da eventi traumatici, resta una figura di stabilità e professionalità. Diaz, nel frattempo, deve combattere contro i suoi istinti spesso impulsivi e il suo passato travagliato. Il loro rapporto evolve nel corso degli episodi, passando dalla sfiducia alla fiducia reciproca. Tuttavia, questa progressione non è mai lineare. Le tensioni sottostanti, gli errori di valutazione e i momenti di dubbio rendono la loro collaborazione tanto accattivante quanto credibile. Harmon è perseguitato dall’ombra di Delgado, un ex collega la cui tragica morte apre la serie.
Questa perdita influenza non solo il suo comportamento ma anche la sua relazione con Diaz, che forma mentre combatte i propri demoni. Dove Su chiamata Ciò che davvero risalta è il modo in cui esplora i dilemmi morali e personali degli agenti. A differenza di molte serie poliziesche, che si concentrano sulle indagini, questa è più interessata a cosa significano quelle indagini per coloro che le portano avanti. Harmon, ad esempio, è frenata nella sua carriera da un diretto superiore, Lasman, che all’inizio sembra essere un antagonista. Ma più gli episodi vanno avanti, più emergono le sfumature del loro rapporto, rivelando motivazioni comuni e visioni opposte della professione.
Diaz, da parte sua, si trova ad affrontare il dualismo tra le sue responsabilità professionali e la sua lealtà verso la famiglia. Suo fratello, coinvolto in attività illegali, è una costante fonte di stress e conflitto. Queste lotte personali arricchiscono la storia e offrono agli spettatori un tuffo nella psiche dei personaggi. Nonostante i suoi punti di forza, Su chiamata non sfugge a certe debolezze. Il formato di trasmissione, con tutti gli episodi disponibili in contemporanea, sembra controproducente per una serie di questo tipo. Il ritmo della narrazione, incentrato sulla riflessione e sull’introspezione, si presta maggiormente a un’uscita settimanale, consentendo al pubblico di digerire ogni episodio prima di passare a quello successivo.
Inoltre, alcune sottotrame, come le tensioni tra Harmon e il suo diretto superiore, il tenente Bishop, mancano di profondità. Sebbene Bishop abbia un ruolo chiave nell’epilogo, il suo sviluppo rimane superficiale, il che indebolisce l’impatto emotivo di alcune scene. In termini di implementazione, Su chiamata brilla con il suo approccio visivo. Le scene d’azione, catturate da varie angolazioni utilizzando le telecamere di bordo, forniscono un’intensità rara. Inseguimenti automobilistici, scontri violenti e momenti di relativa calma sono filmati in un modo che immerge completamente lo spettatore. Questo stile a volte richiama l’eccellenza di serie simili SudLandche eccellevano nel loro realismo.
Tuttavia, queste scelte estetiche non si limitano all’azione. Servono anche per illustrare i dilemmi etici che i personaggi devono affrontare. Lo spettatore è invitato a giudicare da solo, senza che la serie prenda posizione. Ciò evita la trappola della propaganda poliziesca, una critica spesso mossa a questo tipo di finzione. La conclusione di questa prima stagione lascia un sapore agrodolce. Poiché i personaggi sembrano tornare al punto di partenza, è evidente che si sono evoluti, anche se potrebbero non esserne consapevoli. Harmon e Diaz non sono più le stesse persone dell’inizio, ma il loro progresso personale resta ostacolato da un ambiente che li spinge alla stagnazione.
Questo finale aperto, anche se frustrante per la sua mancanza di risoluzione, suggerisce un enorme potenziale per una seconda stagione. Con più tempo, gli showrunner potrebbero approfondire le dinamiche tra i personaggi e offrire risposte alle domande rimaste senza risposta. Su chiamata riesce a distinguersi in un genere saturo grazie al suo realismo, al suo approccio umano e alle sue scelte stilistiche audaci. Pur soffrendo di alcune debolezze narrative e strutturali, questa prima stagione getta le basi per un universo ricco e complesso. Harmon e Diaz, sostenuti da ottime performance, incarnano un’accattivante dualità che merita di essere esplorata ulteriormente.
Speriamo che Prime Video lo dia Su chiamata una seconda possibilità per prosperare e rivelare tutto il tuo potenziale. Per gli appassionati di serie poliziesche che cercano un approccio nuovo e coinvolgente, Su chiamata è un’opera da non perdere.
Nota: 7/10. Insomma, una serie di successo che fa venire voglia di vedere di più (ancora di più se corregge alcuni dei suoi difetti).
Disponibile su Amazon PrimeVideo
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