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49.3 e mozione di censura: uno sguardo alla giornata che dovrebbe segnare l’inizio della fine del governo Barnier

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Michel Barnier ha fatto ricorso, lunedì 2 dicembre, all’articolo 49.3 della Costituzione sul disegno di legge sul finanziamento della Previdenza sociale.

Nel frattempo, la RN e la Francia insoumise, a nome del PFN, hanno presentato mozioni di censura.

Storia di una giornata ricca di colpi di scena che potrebbe segnare le sorti del governo Barnier, a meno di tre mesi dalla sua nomina.

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Bilancio 2025: il momento della verità per Michel Barnier

Per alcune ore abbiamo creduto che lo scenario tanto atteso non si sarebbe realizzato. A metà giornata, il primo ministro Michel Barnier ha dichiarato in un comunicato stampa di essere d’accordo a compiere un nuovo gesto nei confronti del Raduno Nazionale impegnandosi “affinché non vi sia alcuna cancellazione dei medicinali nel 2025 in applicazione della legge sul finanziamento della previdenza sociale”. Forse allora il gruppo di Marine Le Pen avrebbe ottenuto garanzie sufficienti per non votare la censura in caso di attivazione della 49.3. Alla fine no…

Storia di una giornata di alta tensione all’Assemblea nazionale, forse la terzultima di questo governo Barnier, finita come previsto.

Michel Barnier: “Ritengo responsabile il mio governo”

Poco dopo le 15,30, pochi minuti dopo aver lasciato Matignon, il Primo Ministro è salito sul podio dell’Assemblea nazionale. Ciò che annuncerà non è una sorpresa: ha informato le sue truppe della sua intenzione di far valere l’articolo 49.3 della Costituzione.

“Sulla base dell’articolo 49 comma 3 della Costituzione ritengo il mio Governo responsabile dell’intero disegno di legge di finanziamento della Previdenza Sociale per il 2025”sbottò. “E lo faccio richiamando alla responsabilità di ciascuno dei rappresentanti della Nazione quale siete, convinti che la nostra missione comune (…) è servire la Francia e i francesi”aggiunge, sapendo che la sua dichiarazione lo espone a una mozione di censura.

Non passarono nemmeno cinque minuti prima che La insoumise annunciasse il deposito. Il primo ministro Michel Barnier “questo mercoledì avrà sia disonore che censura”ha dichiarato alla stampa nella sala Quatre Colonnes la capo dei deputati dell’Insoumis, Mathilde Panot. I gruppi socialisti, ambientalisti e comunisti confermano che seguiranno il loro alleato nel votare a favore del testo. Ma allora il Raggruppamento Nazionale non ha né confermato né smentito il voto sulla mozione di censura presentata dalla sinistra.

Marine Le Pen: “Noi voteremo per le censure”

Prima dell’apertura della sessione, Marine Le Pen aveva esercitato ulteriori pressioni sul governo. Ai suoi occhi la vittoria sulla cancellazione dei medicinali non è bastata; il deputato condiziona la censura ad un passo indietro sulla deindicizzazione delle pensioni. “Sta al governo accettarlo o non accettarlo”.

Per Michel Barnier non è niente. “Sono arrivato alla fine del dialogo con tutti i gruppi politici”ha avvertito durante il suo intervento. Quindi il gruppo RN assicura rapidamente “questo testo, come il governo, merita censura”. Poi, ai giornalisti, l’ex candidato alla presidenza ha annunciato che il RN presenterà la propria mozione di censura e voterà per quella della sinistra. “Da qualunque parte provengano queste mozioni di censura, siano esse una o più, voteremo per queste censure, e prima di tutto per le nostre”assicura.

Questa dichiarazione segna la fine annunciata del governo di Michel Barnier. Mercoledì 4 dicembre, se ai voti dei deputati della RN si aggiungeranno quelli dei deputati del PFN, la mozione di censura verrà adottata poiché totalizzerà più di 315 voti, più della maggioranza assoluta necessaria, fissata a 289.

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Certo, c’è ancora la possibilità che lo scenario previsto si rovesci, soprattutto se Michel Barnier continua a negoziare e discutere con l’estrema destra e sceglie di fornirle garanzie, in particolare su altri testi o progetti di legge futuri. La RN può anche scegliere di votare solo la propria mozione di censura e non quella della sinistra, altrimenti i due testi non otterrebbero le maggioranze assolute necessarie per la loro adozione.

Una prima storica?

Questo lunedì 2 dicembre, il governo Barnier sembra ancora più vicino alla fine che all’inizio della sua storia, a meno di tre mesi dalla sua nomina. Se la mozione di censura verrà adottata, dovrà dimettersi. E passerà poi alla storia perché mai sotto la V Repubblica fu adottata una mozione di censura dopo l’utilizzo dell’articolo 49.3.


Justine FAURE

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