Concessione sull’elettricità, gesto sull’immigrazione: Michel Barnier ha tentato giovedì di convincere il Raggruppamento Nazionale a rinunciare a censurarlo, ma il partito Lepéniste minaccia ancora di rovesciarlo se non risponderà alle sue altre “linee rosse” entro lunedì.
Pochi giorni prima delle scadenze cruciali per i testi di bilancio dell’Assemblea nazionale, il Primo Ministro ha annunciato che si rifiuterà di aumentare le tasse sull’elettricità oltre il livello previsto prima dello scudo tariffario contro l’inflazione. “Ciò consentirà un calo dei prezzi dell’elettricità del 14%, che andrà quindi ben oltre il calo del 9% inizialmente previsto”, ha detto in un’intervista a Le Figaro.
Inoltre aderisce, almeno in parte, alla richiesta del RN di ridurre l’assistenza sanitaria statale (AME) per gli immigrati privi di documenti. Michel Barnier vuole che le cure fornite siano ridotte “significativamente” e promette di avviare l’anno prossimo “una riforma” dell’AME “per evitare abusi e appropriazioni indebite”, una delle richieste costanti dell’estrema destra e di parte della destra sull’immigrazione .
Il presidente della RN, Jordan Bardella, si è subito congratulato con X per la “vittoria” sull’elettricità, ma ha aggiunto che per il suo partito “restano linee rosse”.
Nonostante queste concessioni, “ci sono ancora difficoltà”, ha aggiunto Marine Le Pen su Le Monde, lanciando un ultimatum al capo del governo. Il primo ministro “ha tempo fino a lunedì” per rispondere, ha avvertito il capo dei deputati della RN.
Lunedì scade infatti il termine ultimo entro il quale il governo dovrà modificare il progetto di bilancio per la previdenza sociale. Marine Le Pen continua però a chiedere la rivalutazione delle pensioni di tutti i pensionati dal 1° gennaio e la cancellazione dei rimborsi dei farmaci inizialmente previsti.
Alla guida del gruppo più numeroso dell’Assemblea nazionale e che ha in mano le sorti del governo Barnier, aggiunge ora che l’esecutivo dovrà specificare come intende compensare finanziariamente le sue concessioni.
– Deficit “intorno al 5%” –
In carica da poco più di due mesi, il governo gioca per la propria sopravvivenza di fronte alla mozione di censura che il RN minaccia di votare con la sinistra, forse già la prossima settimana sul bilancio della previdenza sociale che tornerà in mano Lunedì l’Assemblea Nazionale. Il partito lepenista sostiene anche il Nuovo Fronte Popolare nel tentativo di giovedì di abrogare la tanto criticata riforma delle pensioni.
Sul bilancio, l’esecutivo si è detto subito pronto a “migliorare” i testi che prevedevano 60 miliardi di euro di impegno nel 2025 per risanare un deficit pubblico molto deteriorato, previsto quest’anno al 6,1% del Pil. Ha fatto numerosi compromessi, in particolare sull’indicizzazione delle pensioni.
Ma questi “aggiustamenti” non “mettono in discussione” gli “impegni” della Francia nei confronti della Commissione europea, ha assicurato giovedì Michel Barnier.
“Stiamo facendo di tutto per restare intorno al 5%” di deficit nel 2025, ha detto, mentre la Francia, seconda economia della zona euro, è già presa di mira da Bruxelles per i suoi conti e attende la decisione dell’agenzia di rating S&P su il suo debito venerdì sera.
– “Responsabilità” –
In un altro gesto, nei confronti dei lepénisti ma anche dei macronisti, che vogliono a tutti i costi preservare le riduzioni delle tariffe per le imprese, Michel Barnier ha confermato giovedì che non saranno ridotte le retribuzioni fino a 2,25 salario minimo.
D’ora in poi “ognuno si assumerà le proprie responsabilità” al momento del voto sui bilanci, ha detto davanti a un pubblico di piccole e medie imprese dopo il suo annuncio sull’elettricità che lo costringe a rinunciare a entrate fiscali di 3,4 miliardi di euro. “Io prenderò il mio e poi ognuno dovrà prendere il proprio.”
Nella macronie, l’ex ministro Gérald Darmanin ha ringraziato il primo ministro per “aver aderito” alla sua “proposta di mano tesa ai parlamentari”. “Non stiamo negoziando con il Raggruppamento Nazionale e spero che questa non sia la posizione del Primo Ministro”, ha tuttavia avvertito il deputato Jean-René Cazeneuve.
A sinistra, le concessioni alla RN hanno suscitato scalpore.
“Il primo ministro volta definitivamente le spalle al fronte repubblicano”, ha reagito il capo dei socialisti Olivier Faure, accusando Michel Barnier di essersi rivolto “verso l’estrema destra” per “evitare la censura”, in una “alleanza della vergogna” sigillata. limitazione dell’assistenza sanitaria statale”.
Il governo assicura che, in caso di caduta, il bilancio non verrà adottato e la Francia si troverà ad affrontare una “tempesta” finanziaria.
La possibilità di una Francia senza governo fa già tremare i mercati. Mercoledì il tasso debitore della Francia ha superato per la prima volta, brevemente, quello della Grecia, un paese che era sull’orlo della bancarotta.
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