DayFR Italian

Perché TF1, M6 e Télévisions (ma non Canal+) hanno deciso di unire le forze e farsi sentire

-

Il settore della pubblicità e della comunicazione lo aveva già fatto nel 2017. Tocca ora al settore audiovisivo costituire il suo “settore”, sotto forma di una legge associativa del 1901. Al suo lancio, il 13 novembre, LaFA conta dieci soci fondatori ed è presieduto da Rodolphe Belmer, amministratore delegato di TF1, per un periodo di 2 anni.

I suoi obiettivi? “Produrre elementi di comprensione del nostro settore, delle sue questioni economiche e culturali, destinati a tutti i soggetti interessati: regolatore, legislatore, governo, Commissione europea e tutti gli attori interessati agli sviluppi dell'audiovisivo francese.”

In breve, si tratta di far sì che le parti interessate del settore rafforzino la propria voce nel dibattito pubblico e politico al fine di preservare la catena del valore dell’audiovisivo e i suoi 300.000 posti di lavoro, indeboliti dalle trasformazioni strutturali del settore. L'annuncio del lancio cita infatti numerosi cavalli di battaglia: la tutela del Finanziamento statale della radiodiffusione pubblicaIL revoca delle restrizioni normative che sono adatti per la pubblicità televisiva, la difesa dil’autonomia di bilancio e le missioni del CNC, Piace sostenibilità del sistema di compensazione per i lavoratori intermittenti dello spettacolo, o anche la preservazione dello stesso regimi di credito d’imposta audiovisivo, cinema e musica.

Non viene dimenticato l'aspetto digitale e tecnologico, con un accenno alla promozione delIntelligenza artificiale generativa (GAI) etica, responsabile e rispettosa dei diritti di proprietà intellettuale o supporto per un quadro normativo per le piattaforme digitali in Europa. Perché, come nota Le Figaro, lo scopo di questa alleanza è soprattutto quello di “pesare contro la potente lobby Gafa” – acronimo a cui va aggiunta la “N” di Netflix.

Il pericolo oggi non deriva da ciò che TF1, M6 o Télévisions potrebbero fare l’una contro l’altra. Il pericolo è tra i media globali e quelli nazionali. E l’equilibrio di potere è completamente ingiusto, sia in termini di dimensioni che di regolamentazione. Vogliamo riequilibrare questo equilibrio di potere”, spiega quotidianamente Delphine Ernotte. Youtube e Netflix sono ovviamente i primi obiettivi.

Dietro questo fronte comune mancano però attori importanti – a cominciare da Canal+ che non ha risposto all'appello – ma anche BFM-RMC o il gruppo RadioFrance. “Tutta la buona volontà è benvenuta. A condizione che condividano una visione costruttiva dell'ecosistema creativo francese. Non c'è dubbio che siano nell'equilibrio di potere, nella brutalità e nella difesa degli interessi strettamente individuali della loro società”, assicura Roldophe Belmer , citato da Le Monde. Secondo le informazioni di Les Echos, due nuovi attori entreranno presto a far parte della LaFA: Arte e l'Unione dei produttori e creatori di programmi audiovisivi.

Prossimo incontro: nella primavera del 2025, per la pubblicazione di a primo studio sul peso economico dell'audiovisivo francese e prime raccomandazioni.

Related News :