Finanziamento del cinema, futuro di Canale 4… Quali saranno le conseguenze dell’uscita di Canal+ da TNT

Finanziamento del cinema, futuro di Canale 4… Quali saranno le conseguenze dell’uscita di Canal+ da TNT
Finanziamento del cinema, futuro di Canale 4… Quali saranno le conseguenze dell’uscita di Canal+ da TNT
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Progetto di scissione all’interno di Vivendi, licenziamenti, ritiro di quattro canali DTT… Da giovedì scorso, il gruppo Canal+ fa annunci clamorosi. Tutto è iniziato con un comunicato stampa vendicativo in cui Canal+ rivelava la sua scelta di ritirare quattro dei suoi canali da TNT. Canal+ ovviamente, ma anche Canal+ Cinéma, Canal+ Sport e Planète. Se l’annuncio ha sorpreso più di uno, gli osservatori del mondo dei media hanno notato che, da quattro anni, Canal+ aveva ridotto la durata del suo accordo con Arcom relativo alla concessione delle frequenze DTT per i suoi canali. Pertanto, la decisione di Canal+ entrerà in vigore a partire da giugno 2025.

Questo annuncio è stato giustificato da Canal+ con “l’aumento delle tasse pagate al CNC” e “le minacce alla sua aliquota IVA, sebbene sia direttamente legata al suo status di primo finanziatore del cinema francese”. Ma soprattutto Canal+ non digerisce la decisione di Arcom, presa quest’estate, di non rinnovare la frequenza del suo canale gratuito C8.

20 minuti cerca di rispondere a tutte le domande che sorgono dopo questa decisione.

Come funzionerà per gli abbonati a Canal+?

Ce ne sono più di 26 milioni. Gli abbonati a Canal+ possono ragionevolmente porre domande in seguito a questo annuncio. Detto questo, la stragrande maggioranza di loro non guarda i canali Canal+ di TNT. Solo 70.000 di loro utilizzano la televisione sul canale 4, gli altri utilizzano il box, il satellite, l’ADSL, l’applicazione MyCanal o un televisore collegato. Canal+ ha assicurato che non lascerà “nessuno dei suoi abbonati senza soluzione”. Assisteremo forse al ritorno dei decoder Canal+?

In ogni caso, con questa decisione, Canal+ accentua la sua strategia di adattamento a modalità di consumo televisive essenzialmente digitali. Il gruppo Canal gestisce due canali su TNT: il canale di notizie CNews e CStar, che mescola musica e riviste. Secondo una stima dell’AFP, non dover più trasmettere a livello nazionale in DTT comporterà un risparmio tra 10 e 15 milioni di euro per frequenza

Il cinema francese è in pericolo?

La risposta è complessa. Da un lato, che sia trasmesso o meno da TNT, Canal+ ha l’obbligo contrattuale di finanziare il cinema francese. Ma diversi osservatori ritengono che questa decisione rappresenti un nuovo passo di Canal+ verso l’affrancamento dal suo vecchio modello. Attualmente il canale beneficia, grazie al suo status, di un vantaggio competitivo poiché può trasmettere film sei mesi dopo la loro uscita nelle sale. Per piattaforme e altri canali, sono 15 mesi per Netflix. Se il contributo di Canal+ al finanziamento del cinema francese dovesse diminuire, perderebbe questo vantaggio.

Alcuni economisti cinematografici immaginano già Canal+ come una piattaforma internazionale come Netflix o Max, che potrebbe quindi allontanarsi dalle produzioni francesi, meno redditizie. L’eccezione culturale francese sarebbe allora messa in pericolo.

Cosa ne sarà di Canale 4?

Canali e 12, rilasciati rispettivamente da C8 e NRJ12, erano già oggetto di accese discussioni dietro le quinte. Il canale La squadra si è posizionata sul canale 8, FranceInfo spera di avvicinarsi (e superare) i suoi concorrenti sui canali 15 e 16, BFM TV e CNews. Il numero del canale ha un forte impatto diretto sul pubblico del canale. Con l’imminente “liberazione” di canale 4, inizierà la guerra per vedere chi otterrà questo primo posto…

Inoltre Arcom dovrà decidere nel prossimo futuro se assegnare i canali a nuovi canali. Ci sono soprattutto quelli delusi dall’ultima ridistribuzione che potrebbero tornare alla carica, ad esempio L’Express TV, un progetto guidato dal fondatore di BFMTV, Alain Weill.

C’è una strategia generale dietro questo allontanamento da TNT?

Questo lunedì il gruppo Vivendi vive un momento storico. Gli azionisti devono approvare un piano per dividere in quattro entità il colosso francese dei media e dell’editoria, controllato dal miliardario Vincent Bolloré. Vengono messe in votazione tre risoluzioni. Si tratta rispettivamente delle società Canal+, Havas e Louis Hachette Group, che mirano a diventare indipendenti da Vivendi. Il prossimo passo sarà la quotazione di Canal+ alla Borsa di Londra, quella di Havas ad Amsterdam e quella di Louis Hachette Group a Parigi sul mercato Euronext Growth, regolamentato ma non regolamentato.

Il nostro dossier su Canal+

In questo contesto, il ritiro di Canal+ dalla DTT appare come un segnale inviato al mercato: il gruppo riduce i suoi costi. Allo stesso modo, venerdì Canal+ ha annunciato l’eliminazione di 250 posizioni, di cui 150 legate alla chiusura del suo canale C8 su TNT il 28 febbraio.

Mentre il canale ha appena festeggiato il suo 40° anniversario, è tempo di grandi manovre per Canal+.

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