OQTF, una telenovela francese – Causeur

OQTF, una telenovela francese – Causeur
OQTF, una telenovela francese – Causeur
-

Delle decine di migliaia di obblighi di uscita dal territorio francese emessi ogni anno, solo il 6% viene eseguito. Un’amministrazione colossale, associazioni iperattive e uno “stato di diritto” meticoloso ne bloccano l’applicazione. La questione migratoria è però di sicurezza e morale.


La mancata esecuzione dei famosi obbligo di lasciare il territorio francese (OQTF) è uno dei simboli dell’impotenza dello Stato riguardo alla sicurezza francese e al controllo efficace delle sue frontiere. Recentemente è stato evidenziato lo scarso mantenimento di proficui rapporti diplomatici con i paesi da cui provengono coloro che sono soggetti a questi OQTF.

Questa misura amministrativa è tuttavia semplice e chiara a prima vista: uno straniero in situazione irregolare o che presenta disturbo all’ordine pubblico dovere abbandonare il territorio. Solo che questo obbligo è stato mascherato da a invito mascherato. L’individuo deve lasciare il territorio entro 30 giorni, spontaneamente e con i suoi mezzi… periodo durante il quale potrà presentare ricorso amministrativo tramite associazioni piene di denaro pubblico e bloccare così qualsiasi esecuzione della decisione amministrativa.

Tribunali congestionati

Nonostante gli effetti degli annunci dei ministri che si sono succeduti, il tasso di esecuzione dei circa 130.000 OQTF consegnati ogni anno ristagna a un livello irrisorio di circa il 6%, e la Francia sta sprofondando sempre più in una crisi migratoria e di sicurezza in cui l’autocompiacimento dello Stato finisce per alimentare un’insicurezza permanente su tutto il territorio. È inspiegabile il mancato coinvolgimento del Quai d’Orsay, incaricato della cooperazione con i paesi d’origine, per l’ottenimento dei lasciapassare consolari.

Questo fiasco migratorio ha gettato la Francia nell’anomia totale, nella quale non è più in grado di applicare le proprie regole a causa di procedure inefficaci, distolte dal loro scopo primario dalla complessità giuridica, dai ricorsi legali permanenti e dai tribunali amministrativi totalmente saturi da una politica dei numeri imposto da Beauvau. Le prefetture utilizzano regolarmente e impropriamente matrici per elaborare queste misure e guadagnano in velocità ma non in efficienza perché non vengono considerate le particolarità di ogni pratica. Da notare che individui, perfettamente integrati nella società, sono stati oggetto di un OQTF mentre aspettavano l’appuntamento in prefettura per rinnovare la loro carta di soggiorno scaduta… Questo è buon senso in questo settore, quindi tanto impegno dovrebbe concentrarsi sugli indesiderabili non inseriti, sui colpevoli di delitti o delitti o sui soggetti inseriti nell’elenco S per la loro pericolosità! Ma per deportare questi individui la strada purtroppo è tortuosa soprattutto a causa delle nostre stesse leggi.

Le nostre logiche burocratiche e umanitarie portate a livelli parossistici a scapito della sicurezza dei francesi hanno conseguenze tragiche: l’assassino del professore di Arras, Mohammed Mogouchkov, o il presunto criminale di Philippine, non avrebbero mai dovuto trovarsi sul territorio francese al momento momento del loro atto. E non si tratta di casi isolati, perché le notizie sono abbondanti di queste tragedie.

Leggi anche: Caso filippino: come è finito in libertà il sospetto Taha O.?

Questo primo individuo, nonostante i suoi legami con attività terroristiche, riuscì a restare in Francia grazie all’agitazione frenetica di associazioni furiose, finanziate con denaro pubblico, e che all’epoca agitavano le convenzioni e i trattati internazionali per garantire il fallimento del OQTF.

Il secondo individuo sospettato della morte di Philippine era già stato condannato dalla Corte d’assise per i minorenni per un precedente stupro e imprigionato in Francia. Trattenuto in un centro di detenzione amministrativa (CRA), al momento del suo rilascio dal carcere, per 75 giorni, ossia il periodo legale nonostante una possibilità eccezionale di proroga di 15 giorni secondo criteri non soddisfatti nel caso di specie, l’individuo ha potuto essere autorizzato lasciare il CRA… in modo completamente legale. Questa misura ridicola, imposta da un quadro giuridico inadeguato, è stata adottata quando le autorità amministrative francesi non sono riuscite a ottenere in tempo il lasciapassare consolare del Marocco. L’ennesima ammissione di fallimento che porta ad una doppia tragedia: la scomparsa di una ragazzina in condizioni atroci e il rispetto di una normativa del tutto superata.

Di fronte a questa situazione, è urgente intervenire e sconvolgere il quadro giuridico e amministrativo per preservare il nostro contratto sociale.

Per soddisfare un imperativo di fermezza e rispondere a questa emergenza, il nuovo ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha annunciato una serie di misure: proroga della durata massima nelle CRA, fine della circolare cosiddetta “ Valls » del 2012, accordi finanziari con i paesi d’origine, pressioni finanziarie, mancata concessione di visti per i paesi non cooperanti… Queste misure confuse potrebbero avere un effetto sull’immigrazione ma non necessariamente sull’esecuzione degli OQTF.

Ad esempio, la circolare denominata “ Valls » del 2012 definisce i contorni di applicazione del ammissioni eccezionali durante il soggiorno previsto dal Codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo (CESADA). Prima di questa circolare i prefetti potevano applicare la CESADA interpretando in maniera discrezionale un testo troppo vago col rischio di stravolgerlo completamente per fini ideologici. La nuova circolare che presto si chiamerà “ Retailleau » regolerà allo stesso modo queste ammissioni eccezionali previste dalla legge e lascerà sicuramente il margine per ridurle ma non potrà in nessun caso vietarle. Inoltre, queste ammissioni eccezionali, che ammontano a circa 35.000 all’anno, riguardano, per un terzo, lavoratori delle cosiddette professioni di carenza come la ristorazione o l’edilizia e di cui la Francia ovviamente non può permettersi il lusso, che accada…

L’estensione del periodo di detenzione del CRA da 90 a 210 giorni dovrà essere adottata dall’Assemblea nazionale in caso di consenso sul tema, e sarà utile in misura minore se i paesi di origine rilasceranno i lasciapassare consolari. Ma se alla fine del 210e il giorno in cui il “LPC” non verrà rilasciato, l’individuo sarà legalmente rilasciato o posto agli arresti domiciliari…

Impotenza e colpevole lassismo

L’unica via è quindi a livello europeo e internazionale, oltre a disporre di mezzi di pressione sufficientemente forti per costringere i paesi a riprendersi i propri cittadini senza penalizzare le questioni economiche e geopolitiche francesi. Anche in questo caso, il ritorno del Ministero dell’Immigrazione, sciolto nel 2010, sembra una strada seria per concentrare le risorse dello Stato al fine di rispondere a questa questione nazionale. La riforma degli accordi di Schengen, che attualmente consentono a chi possiede un visto di breve durata di circolare liberamente in tutti i paesi firmatari, senza controllo, non sembra essere all’ordine del giorno, anche se è una questione prioritaria.

I francesi non si aspettano più che i ministri scandiscano annunci senza azioni concrete, fino a cadere in una sorta di discorso totalmente anfigorico che loro stessi non capiscono più. A livello internazionale, la Francia deve dare una scossa, senza ovviamente abbandonare, i regimi di protezione a catena imposti dai trattati internazionali ed europei, controllati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea – siano essi legati allo stato di salute, ai legami familiari o umanitari condizioni – e che attualmente paralizzano ogni tentativo di esecuzione. Questi dispositivi, originariamente destinati a proteggere gli indigenti da decisioni arbitrarie, sono diventati scappatoie sistematiche per evitarne la rimozione.

Infine, cosa dovremmo pensare di uno Stato che, in nome dei principi umanitari, degli oneri amministrativi o talvolta di un’ideologia lassista e mortale, mette in pericolo la vita dei propri cittadini e talvolta li condanna a un destino disastroso?

Questa impotenza, unita al lassismo colpevole, è un affronto alle vittime, spesso private di ricorso di fronte ad aggressori insolventi, ma anche un tradimento dei doveri sovrani. Lo Stato non può più sottrarsi alle proprie responsabilità e non riconoscere più la propria incapacità di proteggere i francesi. Se l’amministrazione non riesce a proteggere i propri cittadini non attuando queste misure di allontanamento, deve assumersi la responsabilità e risarcire le vittime. Al di là della questione finanziaria, è un imperativo morale. La mancata espulsione degli stranieri clandestini, in particolare di quelli che rappresentano una grave minaccia per l’ordine pubblico, costituisce una violazione dell’uguaglianza di fronte alle accuse pubbliche. Dobbiamo porre fine agli effetti degli annunci e agire finalmente concretamente per garantire la sicurezza dei francesi, che dovrebbe essere il principio cardine di una politica comune. Ma la vera verità è quella a cui, purtroppo, elettori e sostenitori crederanno.

Hai appena letto un articolo ad accesso aperto.

Causeur vive solo attraverso i suoi lettori, questa è l’unica garanzia della sua indipendenza.

Per sostenerci acquista Causeur in edicola o iscriviti!

-

NEXT La confessione di Sara a Roxane cambia TUTTO, la verità esplosiva che sconvolge le indagini – Il domani ci appartiene 5 novembre 2024 (episodio 1807 – riassunto completo del DNA)