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Avenged Sevenfold – La vita non è che un sogno…

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L’era delle toppe Avenged Sevenfold per gli zaini dei teenager è decisamente finita. In primis perché i primi fan degli Avenged Sevenfold sono invecchiati con il gruppo e hanno messo da parte i loro attributi di clannish metallers e infine, soprattutto, perché gli Avenged Sevenfold sono lontani anni luce dal gruppo degli esordi, lesti a copiare i Metallica dove abbracciare il passato acclamato arsenale di metalcore. Più di vent’anni dopo il loro debutto, gli A7X hanno acquisito il gusto per la destabilizzazione e il loro ultimo lavoro, intitolato Life Is But A Dream, ha raggiunto l’apice del processo. Ispirati dalla filosofia di Albert Camus e dalla musica di Mr Bungle, gli americani trasformano un improbabile cocktail in un’opera tanto eterogenea quanto coerente. Non importa quanto sia pericoloso l’approccio: Avenged Sevenfold ha l’imperativo bisogno di fare della sua musica l’unico valido campo di libertà.

La serie di cover del 2017 ha mostrato la gamma degli affetti di A7X: dal folk tradizionale messicano ai Pink Floyd, passando per i Beach Boys e una certa ammirazione per il lavoro di Mike Patton. Life Is But A Dream, prodotto da Joe Barresi e mixato da Andy Wallace, è il risultato più onesto della band in termini di rispetto della sua cultura musicale. Le note acustiche che aprono il ballo dell’opera e “Game Over” fondono un genere musicale ispirato al classico prima di essere demolito dagli accordi saturi, una batteria punk e la voce a scatti di M. Shadows che giustamente esalta la versatilità del frontman di fede non più. “Game Over” porta ulteriormente gli accenti di un crooner malinconico con linee vocali soavi e chitarre che si perdono nella loro intimità. Abbastanza per cimentarsi nel riffing più industriale di “Mattel” che ne spezza i meccanismi con improvvise pause melodiche portate da note di tastiera e influenze jazz. Se l’arsenale schierato dagli Avenged Sevenfold è immenso, il gruppo non cerca mai di sviluppare melodie complesse per semplice desiderio di esibizione tecnica. Gli agganci sono onnipresenti e permettono di navigare in un apparente pasticcio magniloquente. “We Love You” manomette le voci, collega gli accordi dissonanti e riprende molto velocemente le pulsazioni à la Ministry prima di un passaggio ambient, poi un’accelerazione durante un riff hardcore. Non abbastanza per anticipare il blues acustico finale del pezzo.

“Cosmic” è di per sé un’epopea, M. Shadows assume le sembianze di un seduttore dove all’eleganza della voce si uniscono integrazioni di ottoni orchestrali che, oltre a una struttura fondamentalmente progressiva, lasciano emergere la composizione del “ power-ballad”. In realtà il tempo ha lavorato a favore delle scappatelle di questa Life Is But A Dream: ha permesso alla formazione di creare coerenza dove non dovrebbe esserci. Il frontman si trasforma nuovamente in un crooner alla Sinatra durante “(D)eath”, uno dei pezzi del trittico “G” – “(O)rdinary” – “(D)eath” dell’opera. In precedenza si sarà completamente trasformato in Mike Patton, in particolare per “Easier”. Un’influenza presunta che rende possibile trovare brani di Mr Bungle in molte occasioni nell’opera. Per quanto riguarda la versatilità, è difficile trovare un mentore più convincente. Quanto basta per permettersi qualche scappatella con il vocoder e dare l’orticaria ai puristi zelanti. “(O) ordinario” non li riconcilierà. Avenged Sevenfold inizia una trasformazione in Daft Punk e dà un electro-funk che è incorporato in un modo tanto estemporaneo quanto convincente con l’ambiente circostante, inclusa questa “G” che onora la scrittura di Frank Zappa e del suo allievo Steve Go. Ci sono alcuni sviluppi più classici da parte di A7X, come “Nobody”, ma il gruppo ancora una volta sfugge ai riff e agli arrangiamenti convenzionali. Il pianoforte classico di “Life Is But A Dream” come conclusione è il risultato di un anno e mezzo di sforzi forniti da Synyster Gates per imparare come realizzarlo, come un coronamento quasi ciclico.

Life Is But A Dream non ostacolerà le prime impressioni quando si scoprono i single. Nulla è identico nell’opera, c’è una profusione di influenze che ricorda un gabinetto delle curiosità del XVIII secolo. La sfumatura sta nell’organizzazione quasi segreta del lavoro. Anche affrontato in ogni modo possibile, Life Is But A Dream ha senso ed è persino divertente. Proprio perché rimette al centro l’assunzione del rischio e non si accontenta di corrispondere a preconcetti su ciò che il gruppo dovrebbe fare. Come alchimista, è probabile che Avenged Sevenfold ne colpisca più di uno. Si alzeranno ringraziandoli.

Videoclip della canzone “We Love You”:

Video musicale per la canzone “Nobody” diretto da Chris Hopewell :

Album La vita non è che un sogno…rilasciato il 2 giugno 2023 attraverso la Warner Music. Disponibile per l’acquisto qui

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