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L’ensemble Vic Image Collective prende forma

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Durante il primo incontro dedicato alla presentazione di un collettivo per le elezioni municipali del 2026, Thomas Simonian, circondato dai suoi primi compagni di squadra, aveva dettagliato le fasi d’azione. Il primo passo consisteva nella creazione di un’associazione e nella definizione della sua identità, che è stata battezzata “immagina Vic Ensemble”. Questa associazione si basa su azioni organizzative e pubbliche associative, con specifiche incentrate su due elementi chiave: un obiettivo e un messaggio.

L’obiettivo del collettivo è lavorare su un programma ambizioso volto a far crescere la città e a offrirla il posto che merita. Il messaggio, nel frattempo, vuole essere positivo, senza denigrazione, e con il desiderio di essere il più giusto possibile.

Il movimento continua a svilupparsi e, come è stato annunciato durante il primo incontro, i nuovi membri si uniscono all’associazione e vengono presentati nei vari punti e riunioni. L’associazione è guidata da Thomas Simonian, presidente, con Thierry Pasquet come vicepresidente, Élisabeth Gracy come segretario, responsabile dell’organizzazione di incontri diretti con Victoise e Vicquois, e Xavier Derré, Treasurer. Aurore Fananas è responsabile della comunicazione tramite strumenti digitali, tra cui Facebook e Instagram.

Durante questo secondo incontro, due nuovi membri hanno espresso il loro impegno sotto il banner “Imaginiamo Vic Ensemble”. Clara Pons, responsabile operativa della Acacias Domaine (Jean-Monnet High School) e madre dei gemelli, Alba e Louise, ha spiegato che si sentiva bene a Vic e aveva trovato il suo posto lì. Risiedendo in città dal 2018, ha aggiunto che dopo aver incontrato Thomas Simonian, voleva partecipare attivamente alle dinamiche che ha avviato.

Da parte sua, Jérôme Darparens, artigiano e decoratore pittore, un cittadino Vicquois di lunga data e già impegnato, ha messo in evidenza il concetto di interesse generale. Ha anche espresso il suo desiderio di andare oltre le scollature politiche, dicendo che “si potrebbe pensare diversamente e volere che la città sia bella”.

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