Dar es Salam, 28 gennaio 2025 – Al vertice dell’energia africana, il Madagascar si è distinto rivelando un piano ambizioso per trasformare il suo panorama energetico. Di fronte a un pubblico di leader africani e rappresentanti internazionali, il presidente del malgascio Andry Rajoelina ha presentato una strategia volta a ridurre la dipendenza del suo paese dai combustibili fossili rafforzando il suo mix energetico. Un audace annuncio, sebbene le sfide rimangono immense.
Un desiderio di rompere con la dipendenza dall’energia
Nel suo discorso, Andry Rajoelina ha riconosciuto la vulnerabilità del sistema energetico malgastico, contrassegnata dall’invecchiamento delle infrastrutture e una forte dipendenza dai combustibili fossili. Ogni anno, quest’ultimo costa quasi 70 milioni di dollari in sussidi Nello stato, un onere per un paese in cui le esigenze energetiche stanno aumentando rapidamente.
Di fronte a questa realtà, il presidente del malgascio ha presentato un piano ambizioso, basato su energie rinnovabili. A breve termine, il paese prevede l’installazione di 250 MW di nuove capacità solari dal 2025Aggiunta a 50 MW già in servizio. A lungo termine, gli obiettivi del Madagascar 1.000 MW entro quattro anniGrazie a un modello di finanziamento che combina 750 MW dal settore privato ET 250 MW di investimenti pubblici.
Progetti idroelettrici per stabilizzare la rete
Oltre al solare, il Madagascar si basa sull’idroelettricità per diversificare e stabilizzare la sua offerta. Il paese ha annunciato l’aggiunta di 380 MW di capacità idroelettriche Nei successivi sei anni, un’iniziativa chiave per ridurre i frequenti tagli di elettricità, specialmente in tempi di alta domanda.
Tuttavia, queste ambizioni richiedono solide infrastrutture e governance, due sfide ricorrenti per il Madagascar. Se il discorso del presidente è il portatore della speranza, resta da vedere come questi progetti saranno materializzati in un contesto economico a volte incerto.
Una visione africana, ma sfide locali
Facendo parte delle dinamiche dell’Agenda dell’Unione Africana 2063 e della Dichiarazione di Dar es Salam, il Madagascar mira anche a diventare un modello per il continente. Tra i suoi impegni, notiamo la volontà diAumenta la quota di energie rinnovabiliDi Promuovere investimenti privati e diIncoraggiare la partecipazione delle donne imprenditori nel settore energetico.
Queste promesse, sebbene lodevoli, pongono la questione della loro attuazione. Se l’Africa è piena di risorse naturali per alimentare una transizione energetica, il finanziamento, la gestione e l’adozione di tecnologie adeguate rimangono importanti ostacoli.
Un annuncio che sfida, ma che dovrà convincere
Il discorso del presidente Rajoelina ha indubbiamente segnato gli spiriti di Dar es Salam. Tuttavia, gli osservatori rimangono cauti. I dati avanzati e i progetti annunciati riflettono una certa ambizione, ma la loro realizzazione dipenderà dalla capacità del governo malgascio di attirare gli investitori, di mobilitare i finanziamenti e di garantire la sostenibilità delle infrastrutture messe in atto.
Il Madagascar, tuttavia, ha inviato un messaggio forte: il paese non vuole più essere un semplice spettatore della transizione energetica globale, ma aspira a svolgere un ruolo attivo nella costruzione di un futuro duraturo per l’Africa. Resta da tradurre queste ambizioni in azioni concrete.