La deputata Marie-Charlotte Garin è venuta il 22 gennaio alla televisione della BFM per presentare la sua proposta di legge che mira a introdurre la nozione di consenso nella definizione di stupro.
“Quando non è sì, è no?” : le domande lunari di questo giornalista della BFM TV sul consenso
Il resto dopo l’annuncio
2025, un giornalista, in televisione, al quale bisogna ancora spiegare come si applica il consenso… Per fortuna c’è chi trova ancora la pazienza necessaria per farlo, come Marie-Charlotte Garin.
Questo dvice ecologista di Lione è venuta alla televisione della BFM il 22 gennaio per presentare la sua proposta di legge. Con Véronique Riotton, deputata del Rinascimento dell’Alta Savoiafanno campagna per introdurre la nozione di consenso nella definizione di stupro. E quando vediamo le domande di Bastien Bocquel, giornalista televisivo della BFM chi lo interroga quel giorno, diciamo a noi stessi che è urgente.
Il manuale del consenso
“Ma il mancato consenso deve essere orale? Scritto? Quando non è sì, è no? Come dovremmo capirlo?”chiede il giornalista a Marie-Charlotte Garin. Il giornalista ha davvero bisogno del manuale per capire come si applica il consenso? Marie-Charlotte Garin gli risponde sottolineando che queste domande in definitiva sono molto francesi. “È interessante perché vediamo che crea un dibattitoha detto. Ma tra i nostri colleghi belgi non ce n’era affatto perché, in definitiva, consenso, lo mobilitiamo quotidianamente.”
Per illustrare il suo punto, il deputato le fa un semplice esempio: prendere in prestito una penna. “Ti chiederò questo molto semplicemente: posso prestarmi la tua penna? Ma forse non lo farò per via orale, spiega. Forse ti darò un segno. Non è più complicato di così, e lo stesso vale per il sesso.
Per il parlamentare è molto semplice, integrando la nozione di consenso nella definizione penale di stupro, “restituiamo qualcosa che mobilitiamo quotidianamente, ovvero una nozione di comunicazione e rispetto reciproco che avviene in tutte le relazioni umane”. E per concludere: “Dobbiamo passare dalla cultura dello stupro alla cultura del consenso”.
Il conto
Per Marie-Charlotte Garin e Véronique Riotton, l’assenza della nozione di consenso nella definizione penale di stupro contribuisce a “clima di impunità” et “aggrava gli ostacoli per le vittime”.
Come promemoria, secondoa definizione attuale di stupro, contenuta negli articoli 222-23 del Codice Penale : “Qualsiasi atto di penetrazione sessuale, di qualunque natura, o qualsiasi atto orale-genitale commesso sulla persona di un altro o sulla persona dell’autore del reato mediante violenza, coercizione, minaccia o sorpresa è uno stupro”. La proposta di legge amplia questa definizione integrando esplicitamente la nozione di “mancato consenso”.
Lo stesso per illa definizione di violenza sessuale. Secondo l’articolo 222-22: “Costituisce violenza sessuale qualsiasi violenza sessuale commessa con violenza, coercizione, minaccia o sorpresa o, nei casi previsti dalla legge, commessa su un minore da un adulto. Con la proposta di due deputati, la violenza sessuale verrebbe ora definita violenza sessuale “non consentito”, pur mantenendo i criteri esistenti.
Related News :