La firma dell’accordo di trasferimento, inizialmente prevista per mercoledì, è stata rinviata prima a giovedì, per ragioni di calendario, secondo una fonte vicina alle trattative, poi a venerdì.
L’accordo dovrà essere firmato venerdì alle 15:00 (8:00 GMT), dopo la conferma da parte del ministro della Giustizia francese, ha detto giovedì sera all’AFP Yusril Ihza Mahendra.
“L’accordo deve essere firmato venerdì pomeriggio presto a Giakarta dal signor Yusril e da Gérald Darmanin, ministro della Giustizia francese, a distanza da Parigi, in videoconferenza”, ha detto all’AFP una fonte vicina. negoziati.
I media sono stati invitati dal Ministero indonesiano ad una conferenza stampa alle 15:00 “dopo la firma a porte chiuse dell’accordo pratico”.
Una volta firmato l’accordo, “ci vorrà ancora qualche giorno per definire gli ultimi dettagli”, ha aggiunto questa fonte vicina alle trattative. La sorte del signor Atlaoui una volta arrivato sul suolo francese potrebbe essere chiarita venerdì.
Il 19 dicembre, la Francia ha inviato all’Indonesia una richiesta ufficiale per il trasferimento del signor Atlaoui, come aveva indicato il signor Yusril alla fine di dicembre.
Il saldatore artigiano di Metz, nel nord-est della Francia, padre di quattro figli, ha sempre negato di essere un trafficante di droga, sostenendo di aver installato solo macchine industriali in quella che credeva fosse una fabbrica di acrilico.
Il caso ha suscitato scalpore in Indonesia, dove le leggi antidroga sono tra le più severe al mondo.
– Condannato a morte in appello –
Inizialmente condannato all’ergastolo, ha visto la Corte Suprema aumentare la pena e condannarlo a morte in appello.
Avrebbe dovuto essere giustiziato insieme ad altri otto condannati nel 2015, ma gli è stata concessa una tregua dopo che Parigi ha intensificato le pressioni, con le autorità indonesiane che hanno accettato di lasciare che l’appello pendente facesse il suo corso.
Malato e trasferito nel carcere di Salemba a Jakarta, fino a poco tempo fa veniva curato ogni settimana in un ospedale della capitale.
L’Indonesia conta attualmente almeno 530 detenuti nel braccio della morte, secondo il gruppo per i diritti umani Kontras, citando dati ufficiali.
Tra loro, più di 90 stranieri, tra cui almeno una donna, secondo il Ministero dell’Immigrazione e dei Servizi Correzionali.
Una filippina di 39 anni, Mary Jane Veloso, arrestata nel 2010 e condannata a morte anche lei per traffico di droga, è stata rimpatriata nelle Filippine a metà dicembre, dopo un accordo tra i due Paesi.
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