L’European Professional Club Rugby è un po’ come il Titanic, maestoso, inaffondabile a prima vista, che tuttavia naviga verso il suo disastroso destino, che non ha nulla di favoloso. L’EPCR ha infatti coinvolto Investec, gruppo bancario anglo-sudafricano, specializzato anche nel risparmio gestito. Finanziario, non rugby ovviamente…
Anatomia di una caduta
Sulla scia di questi infiltrati di buona speranza, ci erano state promesse invasioni barbariche, viaggi fino ai confini dell’inferno, dove sarebbe stato difficile resistere ai tempestosi Stormers, e non essere morsi dai denti marini di questi mostruosi Squali. Infine, niente qualificazioni, niente voglia di vivere, lalaland: oggi abbiamo i Bulls. Il regno animale sudafricano, almeno nel club, lungi dall’essere invictus, si è trasformato nel silenzio degli agnelli.
Non importa, con Investec (che ha la zebra come emblema, sì, sì), l’EPCR ha firmato un patto e il lupo di Wall Street è entrato nell’ovile. Esci dalla Coppa dei Campioni, ciao Coppa dei Campioni e milioni di dollari, tesoro.
Questa danza coi lupi presenta un altro interesse, quello di venire al capezzale di Federazioni senza fiato, e soprattutto di un paziente inglese in pessimo… punto (Exeter e Leicester non diranno il contrario). Perché nonostante i loro Capi, Tigri, Orsi e altri Santi, questi club inglesi sono ormai cotti a temperatura di Bath. Oltre alle armi, alcuni dichiarano addirittura bancarotta. Abbastanza da farli mettere da parte il loro “scusa, bel gioco”, sgonfiare i loro globi dorati, rimboccarsi le maniche, incrociarne uno e finire nella Top 14.
Gli scozzesi? Nonostante il loro Braveheart, possono sedersi al grande tavolo con un solo club, mentre i gallesi non sono nemmeno più invitati. Solo il Leinster, e il suo libro verde in cui compaiono i tre quarti (e gli attaccanti) della squadra irlandese, può legittimamente sperare di scrivere una nuova linea verde nella lista. Non c’è bisogno di essere un profeta o avere un sesto senso acuto per prevedere che lo Stade Toulousain e l’UBB, anche La Rochelle o Tolone, hanno la stoffa degli eroi, e forse avranno un senso di festa la sera del 24 maggio.
Questa lunga domenica di impegno sulla scena continentale, per le nostre squadre francesi diventate quasi intoccabili, dovrebbe rallegrarci. la vita è bella, eppure questa prima fase di galline morte 2024-2025, proveniente direttamente da un cervello più contorto di quello di Oppenheimer, alla fine non soddisfa molti. Da un anno all’altro questa competizione, un tempo spietata, è diventata come una scatola di cioccolatini: non si sa mai cosa ci si imbatte. Cambia tutto, anche le regole, e anche durante la stagione: grazie anche a World Rugby e arrivederci lassù!
E il vincitore è…
Il rugby quindi fa il suo cinema, come avete capito, e assegna Oscar in continuazione. Preferire l’individuo al collettivo. Così, Antoine “l’artista” Dupont, incoronato miglior giocatore nel 2021, è stato incoronato nuovamente nel 2024, un anno dopo il Gladiatore Aldritt. Il ritorno quindi del re, il cui discorso oggi non balbetta quando cita l’attuale formula della Coppa dei Campioni: “Non ne capiamo molto”. “Non è sbagliato” come direbbe Karadoc, di fronte a un altro re.
Credere che questa competizione inizierà davvero agli ottavi, e guarda caso, solo tra Europei. Questa anatomia della caduta prevista è impegnativa, perché il rugby dal basso è collegato a quello dall’alto e viceversa. Soprattutto non perdiamo il gusto per gli altri, perché in questo momento, tra soldi e rugby, non è sempre amore.
Il nostro sport preferito, un festival d’essai, ha qualcosa in più, ma conosciamo le regole: calendari sovraccarichi, infortuni, doppi, exeter…a, exetera… Senza dimenticare questo Mondiale per club annunciato per il 2028, che ci dimostra che il rugby vuole salire i gradini quattro per quattro. Ma attenzione a non inciampare sul tappeto rosso. Ma forse nelle nostre piccole teste stiamo facendo un semplice film? Burlone!
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