CRITICA – Per raccontare la sua ascesa, la sua lotta contro le dipendenze e la depressione, il cantante si è trasformato in uno scimpanzé. Un ritratto stravagante e commovente.
Freddie Mercury, Elton John, Amy Winehouse, Bob Marley, presto Bob Dylan… Negli ultimi anni il cinema si è appassionato ai film biografici sui cantanti. A volte storie formattate e disinfettate. Non è questo il rimprovero che possiamo rivolgere agli estrosi e ai lucidi Uomo migliore, che ripercorre il viaggio di Robbie Williams. Icona del pop inglese, con 85 milioni di dischi venduti, interprete di successi Angeli et DJ rock è diventato famoso per la prima volta con la boy band Take That prima di lanciare una carriera da solista. Il tutto in uno scenario di eccessi – droga, alcol, temperamento rissoso – raccontati con passione dai tabloid.
Solo che per incarnare questi alti e bassi, il cantante e regista Michael Gracey non ha scelto un attore in carne e ossa ma uno scimpanzé digitale. L’animale, abilmente animato dall’attore Jonno Davies, ha copiato le espressioni facciali dell’artista! « All’inizio ti chiederai “che diavolo sta succedendo? ?? Ma ti assicuro che dopo cinque minuti non vedrai più nemmeno la scimmia, che la troverai addirittura sexy »promette Robbie Williams. La sua previsione non è sbagliata. La metamorfosi in questo animale totem esprime la scarsa autostima, l’ipersensibilità e la depressione che da tempo tormentano la star.
Nessuna scusa
Uomo migliore non cancella alcuna zona grigia nell’ascesa di Robbie Williams. Il ragazzino dei quartieri popolari di Stoke-on-Trent arriva alla notorietà e si trasforma in un cattivo ragazzo pop. Ubriaco in concerto, con una gelosia malsana verso i suoi compagni di band. Il film colpisce dove fa più male: l’assenza del padre che ha abbandonato la famiglia e dal quale l’eroe cerca invano un briciolo di approvazione. Senza dimenticare la sua storia d’amore contrastata con la cantante Nicole Appleton.
Leggi anche
La nostra recensione di Jane Austen Ruined My Life: il fascino squisito di una commedia inglese
Robbie Williams non trova scuse, abbraccia il suo ego distruttivo, la sua mancanza di empatia, il suo temperamento da diva un po’ ridicolo, la sua rivalità con i fratelli Gallagher degli Oasis. C’è qualcosa di toccante e inquietante nel vedere la tua scimmia doppiamente frusciante di coca cola e avere allucinazioni nella fossa dove vede se stesso come un doppio. Già al timone Il più grande showmanMichael Gracey firma, con Uomo migliore, tanto un ritratto quanto una frenetica commedia musicale che passa, in una canzone, dall’ultra-realistico all’onirico, come questa cavalcata che sfida lo spazio e il tempo sull’arteria londinese di Regent Street. Senti, lei è quella giusta, lascia che ti intrattenga…
Il repertorio di Robbie Williams, che presta anche la voce al suo sosia animale, si sviluppa tematicamente. Ogni pezzo è stato registrato nuovamente per l’occasione dal cantante, ormai cinquantenne e padre pacifico, e illustra un colpo di scena o l’emozione dominante del momento. Abbastanza per suonare sulle corde nostalgiche degli adolescenti degli anni ’90 e convertire nuovi appassionati. Due coorti che forse avranno la tentazione di andare il 2 luglio alla Défense Arena dove si esibirà Robbie Williams.
L’opinione di Figaro : 3 stelle e mezzo su 4.
Related News :