John Sykes è morto il 20 gennaio all’età di 65 anni.
Credito: CC di Alec MacKellaig
Una grande figura del rock se n’è andata prematuramente. John Sykes aveva solo 65 anni e appese definitivamente la sua sei corde al chiodo. Da diversi anni combatteva contro un cancro che alla fine gli tolse la vita.
Casualmente, Sykes, sebbene celebrato dagli appassionati di chitarra, non era in prima linea nei prestigiosi gruppi metal a cui si era unito.
A cominciare dai Tygers of Pan Tang, una band metal modesta che tuttavia aveva una solida base di fan. Due album, poi John Sykes si unì ai prestigiosi Thin Lizzy nel 1982.
L’avventura finì dopo 2 anni, con il chitarrista frustrato nei confronti dei suoi colleghi, incluso il non accomodante Phil Lynott.
Lascia la band irlandese per approdare ai Whitesnake, gruppo hard rock britannico con forti influenze “Deep Purpliennes” (normale visto che il cantante altri non è che David Coverdale, al microfono dei Purple fino alla fine degli anni ’70).
Sykes si unì ai White Serpent all’inizio del 1984 e vi rimase fino al 1987, prima di essere licenziato da Coverdale (che comunque licenziò tutti).
Sicuro del suo talento, John Sykes prese il toro per le corna e formò i Blue Murder con il bassista Tony Franklin e il leggendario Carmine Appice alla batteria.
Per lui si apre poi una carriera solista di successo con prestigiose collaborazioni – tra cui Jimmy Page e Mike Portnoy, batterista dei Dream Theater.
Silenzioso o quasi fino al 2021 quando pubblicò due ultimi brani, gli ultimi della sua carriera.
Quando fu annunciata la sua morte, si riversarono tributi, da David Coverdale a Marty Friedman (ex chitarrista dei Megadeth) che definì John Sykes il miglior chitarrista della nuova ondata metal britannica.
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