DECRITTO – Molto indebolito dopo più di un anno e tre mesi di guerra, Hamas ha trasformato la liberazione dei tre ostaggi in un’operazione di propaganda, offrendo loro in particolare dei “souvenir” prima della loro consegna alla Croce Rossa.
Grande emozione ieri in Israele davanti alle immagini dei primi tre ostaggi che ricongiungono alle rispettive famiglie dopo 451 giorni di prigionia nella metropolitana di Gaza, nelle mani di Hamas. Poche ore prima erano state però visionate altre immagini, riprese dalle telecamere di diversi media arabi “con una certa apprensione”nelle parole del capo di Tempi di Israele, David Horovitz.
In piazza Saraya, a Gaza City, diverse decine di combattenti di Hamas armati, incappucciati, con fasce verdi in testa e alcuni con occhiali neri, hanno consegnato i tre ostaggi al Comitato internazionale della Croce Rossa Internazionale (CICR) responsabile del trasferimento. Intorno, una folla compatta di palestinesi celebrava i combattenti, con grida di «Allah Akbar»assistente, nelle parole di David Horovitz, ad a “cruda cerimonia di auto-esaltazione”.
Diversi internauti non hanno mancato di sottolineare, da altri campi lunghi della scena del trasferimento ai mezzi della Croce Rossa, il sapiente montaggio video di Hamas che ha moltiplicato le inquadrature strette, dando l’impressione di una grande folla, con poche persone in mezzo la fine. È vero che nelle immagini si vedono alcuni combattenti di Hamas, muniti di macchine fotografiche dotate di teleobiettivi e talvolta attaccate a maniglie stabilizzatrici, tutti intenti a garantire che le immagini di questa liberazione di ostaggi siano perfette.
Sforzi di comunicazione
Durante il primo cessate il fuoco del novembre 2023, durante il quale furono rilasciati 50 ostaggi, l’ufficio stampa del ramo militare di Hamas aveva già accuratamente programmato la consegna degli ostaggi alla Croce Rossa, prima della ripresa degli scontri. Sorrisi e ringraziamenti si sono scambiati anche tra gli ostaggi e i loro sequestratori. Una storia “positivo” che Hamas si è rapidamente adattato ai formati dei social media, ad esempio con il video di Yocheved Lifshitz e Nurit Cooper, 85 e 79 anni, che camminano verso la libertà in abiti viola al braccio di alti terroristi in passamontagna dell’uniforme nera, prima di assicurarsi, da i loro letti d’ospedale, da avere “stato trattato bene”.
Anche se indebolito, Hamas questa volta ha messo in atto gli stessi sforzi di comunicazione. Secondo il I tempi di IsraeleI combattenti del gruppo terroristico hanno consegnato tre soldati israeliani liberati «pacchetto regalo» in cui sono stati offerti «souvenir» della loro prigionia.
Secondo la stampa israeliana, queste borse contenevano le loro foto durante i 451 giorni di reclusione, nonché una foto di loro “certificato di rilascio”. Con questi anche gli ostaggi posavano sorridenti “certificati” dove si legge, nelle immagini diffuse da Hamas prima del trasferimento, “Decisione di rilasciare un ostaggio” con l’acronimo delle brigate Ezzedine Al-Qassam accompagnato dalla scritta “Operazione Alluvione di Al-Aqsa”prende il nome dall’operazione terroristica compiuta in Israele il 7 ottobre.
“Immagine di resilienza”
“La postura visiva dei membri di Hamas durante il rilascio dei primi ostaggi ha lo scopo di proiettare un’immagine di resilienza e forza”ha commentato X il vicedirettore della Fondazione per la ricerca strategica (FRS), Bruno Tertrais, giudicando addirittura che queste immagini non possono che“incoraggiare gli israeliani a continuare i loro sforzi per distruggere questa entità a tutti i costi”.
Estremamente indebolito, Hamas ha perso tutto il suo staff nonché il suo principale leader, Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre a Gaza nel corso di un’operazione israeliana. Potente organizzazione politica e militare prima del raid terroristico del 7 ottobre, ora è solo una milizia armata, che conserva quindi ancora la sua forza di propaganda.
Questa comunicazione prende di mira direttamente anche le opinioni dei paesi arabi. Sui canali televisivi arabi, il“umanità” dei carcerieri, rispetto alle immagini delle rovine in cui stanno tornando gli abitanti di Gaza, dove sono morti decine di migliaia di civili, serve la narrazione di Hamas nei negoziati per arrivare al cessate il fuoco verso la fine della guerra . Hamas intende convincere la gente che ha ancora un ruolo a Gaza e riceve il consenso della popolazione di Gaza.
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