Non so se fossero coyote o cani randagi: per saperlo con certezza dovresti mostrare le immagini ai biologi. Ma alla domanda se sia “possibile” che esistessero dei coyote così vicini al centro del Quebec, la risposta è chiaramente sì. E, a dire il vero, sarebbe molto, molto lontano dall’essere il primo.
Un cittadino del Quebec aveva filmato un coyote, in pieno centro città, che stava facendo un piccolo “recital” nel 2021, e aveva inviato il video al Sun. (Dominic Haerinck)
Sul sito iNaturalist.org, dove naturalisti dilettanti (ma comunque generalmente competenti) annotano e controllano le loro scoperte, possiamo vedere cinque avvistamenti di coyote (anche se solo tracce o feci) in Quebec dal 2020: due a Charlesbourg, uno ad Ancienne -Lorette, uno sulla Cité universitaire e uno nella baia di Beauport.
E come mostra la tabella seguente, da diversi anni la linea SOS Bracconaggio/Emergenza fauna selvatica raccoglie circa una mezza dozzina di segnalazioni di coyote all’anno in Quebec, più alcune altre a Lévis. (Se necessario, il numero da chiamare è 1-800-463-2191, oppure puoi compilare un modulo di segnalazione ecco. Per suggerimenti su cosa fare in presenza di un coyote, vedere ecco.)
Ed è una scommessa sicura che il coyote è presente in Quebec da molto prima che questa linea fosse istituita. Il biologo dell’Università di Laval Claude Lavoie ha dedicato un capitolo al coyote in un libro sulle specie invasive che sarà pubblicato l’anno prossimo. Leggiamo che la prima menzione del coyote in Quebec risale al 1944: il canide era arrivato in Ontario nel 1919 e nello Stato di New York nel 1925.
Specie “straniere”.
Originario dell’ovest del continente, il coyote conquistò letteralmente la metà orientale dell’America nel corso del XX secolo, probabilmente grazie a ibridazioni con i lupi che ne aumentarono le dimensioni al punto da renderlo capace di cacciare i cervi. Virginia. In Occidente, i coyote pesano generalmente dai 10 ai 12 kg; in oriente, invece, il loro peso si aggira intorno ai 15-20 kg, ovvero quasi il doppio.
Ma sia in Oriente che in Occidente, alcuni di questi canidi sono riusciti a superare parzialmente la paura verso gli esseri umani, tanto da stabilirsi negli ambienti urbani.
“Le città”, scrive Lavoie nel suo libro, “attraggono i coyote perché vi abbonda il cibo (piccoli roditori, procioni, uccelli, frutta, ecc.), ci sono numerosi rifugi e la cattura è raramente praticata. I cervi dalla coda bianca, sempre più presenti nelle periferie, compaiono regolarmente nel menu dei coyote. [Les «ennemis» naturels du coyote, comme le loup et l’ours noir, sont également absents des zones urbaines, où la chasse et le trappage sont extrêmement peu pratiqués.]
“In effetti”, continua, “molte grandi città del Nord America [Atlanta, Chicago, Edmonton, Los Angeles, Montréal, New York, Toronto, etc.] deve occuparsi di popolazioni di diverse centinaia o addirittura migliaia di individui”.
Con ogni probabilità non ci sono così tanti coyote come questo che vivono in Quebec, ma è chiaro che è, come altre città, un habitat vantaggioso sotto molti aspetti per loro. Un segnale convincente del fatto che questi cani sono abbastanza a loro agio nelle aree densamente popolate è che i loro tassi di mortalità sono generalmente più bassi nelle città che in natura.
Uno studio condotto in Arizona ha rilevato un tasso di sopravvivenza annuale del 72% per i coyote che vivono a Tucson, mentre altri lavori sui coyote nelle zone rurali del Wisconsin hanno invece osservato circa il 55% di sopravvivenza su un anno.
(Segnaliamo qui che ci sono non poche differenze tra i due studi, i cui risultati non sono perfettamente confrontabili, ma diciamo che danno un’idea.)
Un altro segno che le città offrono loro condizioni favorevoli: i coyote urbani non hanno bisogno di tanto spazio per sopravvivere quanto in natura. Uno studio americano ha scoperto che in città ogni coyote occupa in media solo un territorio di circa 6,5 km², molto più piccolo che nelle zone rurali (17 km² secondo alcuni studi).
Va notato che ci sono molte variazioni e sovrapposizioni nelle osservazioni fatte in questo lavoro, ma la conclusione rimane chiara: c’è più cibo per unità di superficie nella città, il che consente di raggiungere densità di popolazione più elevate.
Detto questo, però, non tutte le parti di una città sono ugualmente attraenti per il coyote. Due studi condotti nel Wisconsin hanno concluso che i coyote hanno una forte propensione per le aree boschive/naturali e sembrano evitare le aree altamente sviluppate, come le aree del centro. È interessante notare che questi due articoli hanno notato che questo non è il caso della volpe rossa, che si adatta meglio ai quartieri più densamente edificati.
E tutto ciò corrisponde molto bene al caso presentatomi dalla signora Bolduc. Il Gilmour Side e le Piane di Abraham sono esattamente il tipo di habitat che cercano i coyote urbani. Il promontorio che costeggia il fiume è in gran parte boscoso a ovest della città, così come il parco lineare di Saint-Charles, sull’altro lato dell’altopiano.
Insomma, anche nel centro del Quebec non mancano gli spazi invitanti per i coyote!
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