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Nella prima fase verranno negoziate le modalità della seconda, che dovrebbe consentire la liberazione degli ultimi ostaggi, prima della terza e ultima fase dedicata alla ricostruzione di Gaza e alla restituzione dei corpi degli ostaggi morti durante la prigionia.
– “Impazienza” –
Nella Striscia di Gaza devastata dal conflitto, molti palestinesi sfollati hanno affermato di avere fretta di tornare a casa.
“Aspettiamo con impazienza questo momento, che la vita ritorni alla normalità (…) Vogliamo frequentare mercati e luoghi pubblici in completa sicurezza”, ha detto all’AFPTV Ahmed Hamouda, uno sfollato palestinese a Deir el-Balah (centro).
L’accordo mira, secondo il Qatar, a portare alla fine definitiva della guerra, innescata dal sanguinoso attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele il 7 ottobre 2023.
L’attacco ha provocato la morte di 1.210 persone da parte israeliana, la maggior parte civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali.
Delle 251 persone rapite quel giorno, 94 sono ancora ostaggi a Gaza, 34 delle quali sono morte secondo l’esercito israeliano.
Almeno 46.899 persone, per lo più civili, sono state uccise nell’offensiva di ritorsione israeliana a Gaza, secondo i dati del Ministero della Sanità di Hamas ritenuti attendibili dalle Nazioni Unite.
Notevolmente indebolito, Hamas, che ha preso il potere a Gaza nel 2007, è tuttavia ancora lungi dall’essere annientato, contrariamente all’obiettivo fissato da Benjamin Netanyahu, secondo gli esperti.
Ma dopo più di un anno di laboriose trattative, mercoledì è stato finalmente annunciato un accordo di cessate il fuoco.
Il governo israeliano lo ha approvato nella tarda notte di venerdì, dopo il via libera di Hamas, considerata un’organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti e Unione Europea.
Gli ostaggi saranno rilasciati domenica, ha annunciato il governo israeliano, senza specificare né il numero né l’ora.
Tre punti di accoglienza sono stati allestiti sul confine meridionale di Israele con Gaza, ai valichi di Kerem Shalom ed Eretz e in quello vicino al Kibbutz Reim, ha detto un funzionario militare. I prigionieri saranno curati dai medici.
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