(Los Angeles) Una pausa nei venti a Los Angeles questo fine settimana porta un po’ di tregua ai vigili del fuoco che continuano a combattere le fiamme, ma i meteorologi si aspettano il ritorno di raffiche più potenti a partire da lunedì.
Paola RAMON
Agenzia France-Presse
Si prevede che i venti rafforzeranno da lunedì a mercoledì, aprendo “un nuovo periodo di rischio critico” per gli incendi, ha avvertito sabato il meteorologo Daniel Swain, aggiungendo che potrebbe non piovere affatto per i prossimi sei o sette giorni.
Mentre migliaia di vigili del fuoco continuano a lavorare giorno e notte per controllare gli incendi devastanti, il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato sabato che spera di visitare la scena dopo il suo insediamento lunedì, “probabilmente alla fine della settimana”.
Il governatore democratico della California Gavin Newsom ha invitato il repubblicano, che lo ha attaccato per la sua gestione degli incendi, a visitare Los Angeles e vedere i danni.
Decine di persone risultano ancora disperse e almeno 27 sono morte a causa degli incendi ad Altadena, a nord di Los Angeles, e nel lussuoso quartiere di Pacific Palisades, nella parte occidentale della città.
Distrussero più di 16.000 ettari, un’area grande quasi quanto la capitale Washington, e provocarono l’evacuazione di decine di migliaia di persone.
Venerdì gli agenti di polizia a cavallo e le brigate cinofile (con cani) hanno ispezionato le zone del disastro alla ricerca delle vittime, negli edifici carbonizzati e anche in alcune zone ripide.
“Spero che ci chiameranno presto per tornare [chez nous] », ha confidato all’AFP Winston Ekpo la cui casa è sopravvissuta alle fiamme.
Vorrebbe poter “dissipare il fumo, magari comprare dei depuratori d’aria e controllare la soffitta”, precisa il padre, che da dieci giorni vive in una casa di accoglienza con moglie e figli.
Sgombrare le strade
Centinaia di camion attraversano le strade di Altadena, il quartiere di Pacific Palisades e la costa di Malibu per trasportare i lavoratori venuti per ripulire le strade, ripristinare l’elettricità e ispezionare le perdite di acqua e gas.
Le autorità federali hanno avviato un’indagine per determinare le cause di questi incendi, che sono oggetto di numerose teorie.
Ma gli esperti già sottolineano alcuni elementi: due anni molto piovosi hanno dato origine ad una vegetazione rigogliosa, che poi si è seccata senza precipitazioni per mesi e i venti violenti hanno reso quasi impossibile il compito dei vigili del fuoco.
I venti di Santa Ana, che alimentano le fiamme a una velocità vertiginosa, sono un classico degli autunni e degli inverni californiani. Ma questa volta hanno raggiunto un’intensità che non si vedeva dal 2011, secondo i meteorologi, con raffiche che hanno raggiunto i 160 km/h.
Alex Tardy del Servizio Meteorologico degli Stati Uniti (NWS) ha affermato che quando si combinano gli ultimi venti di Santa Ana con quelli imminenti e le condizioni sul terreno, “non abbiamo mai visto questo tipo di rischio di incendio e una vegetazione così secca negli annali moderni”.
Ciò non significa necessariamente che ci saranno più incendi, spiega, ma se scoppiassero ci sarà “una diffusione potenzialmente più esplosiva e rapida”.
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