In Israele è stata predisposta una nuova procedura di accoglienza, diversa da quella attuata per gli ostaggi liberati nel novembre 2023.
Pubblicato il 18/01/2025 09:38
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Domenica 19 gennaio avrà inizio la prima fase del cessate il fuoco a Gaza, con la liberazione dei primi tre ostaggi israeliani. Ostaggi che verranno curati immediatamente nei centri medici. L’esercito israeliano ha predisposto un sistema di accoglienza denominato “Ali della Libertà”.
Gli ostaggi verranno prima portati in uno dei tre complessi allestiti per il rimpatrio a Kerem Shalom e Reim, non lontano dal sud della Striscia di Gaza, e a Erez, nel nord. Verranno indirizzati a uno di questi tre siti in base al percorso di rilascio. Una volta lì, saranno accolti da rappresentanti dell’IDF, medici e psicologi. Faranno una doccia, si cambieranno i vestiti e saranno esaminati.
Funzionari militari hanno detto che alcuni degli ostaggi sono rimasti feriti e necessitavano di cure mediche di emergenza. Una volta completata questa prima fase, verranno trasportati in elicottero in diversi ospedali israeliani. Sei stabilimenti sono mobilitati: è qui che gli ex ostaggi potranno riunirsi per la prima volta alle loro famiglie.
Il Ministero della Salute ha indicato che sono state date nuove istruzioni a questi ospedali. Istruzioni “molto” diversi da quelli implementati per gli ostaggi rilasciati nel novembre 2023. Questi includono test per malattie sessualmente trasmissibili e test di gravidanza che potrebbero essere utilizzati come prove forensi.
Occorre prestare maggiore attenzione all’igiene, a causa del rischio di esposizione ad agenti patogeni in cattività, precisa inoltre il ministero. Il dottor Hagai Levine, che rappresenta le famiglie degli ostaggi e dei dispersi, spiega che i danni alla salute subiti dagli ostaggi saranno “multidimensionale e multisistemico, che colpisce sia il corpo che la mente. Ci aspettiamo che tutti gli aspetti della loro salute fisica e mentale siano influenzati”ha detto.
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