Michael Jackson ha fatto scalpore ai Billboard Music Awards grazie a un ologramma. Questa performance prevedeva l’esecuzione della canzone ‘Slave to the Rhythm’, una delle otto tracce del famoso album postumo ‘Xscape’.
L’ologramma del Re del Pop indossava una giacca dorata e pantaloni rossi, richiamando l’estetica dell’album ‘Bad’ piuttosto che le sue recenti apparizioni. La performance è stata grandiosa, con coreografie complesse eseguite da diversi ballerini, che incorporavano movimenti emblematici, inclusa la sua famosa passeggiata sulla luna.
Gli organizzatori hanno precisato che questa impresa ha richiesto un anno di preparazione e la collaborazione di 104 artisti e tecnici. Questo momento fondamentale nella storia delle performance musicali è stato rivelato nel 2014, poco dopo il quinto anniversario della morte dell’artista, avvenuta il 25 giugno 2009.
Questa tecnologia ha permesso a Michael Jackson di tornare sul palco, cinque anni dopo la sua morte. Per quasi quattro minuti, l’ologramma ha eseguito “Slave to the Rhythm”sotto uno spettacolo abbagliante di luci, giochi pirotecnici e coreografie emblematiche, tra cui il leggendario moonwalk.
Lo spettacolo ha avuto luogo all’MGM Grand Garden Arena di Las Vegas e da allora ha generato milioni di visualizzazioni su varie piattaforme digitali.
Prodotto da Hologram USA Inc. e Musion Das Hologram Ltd., lo spettacolo è stato il risultato di mesi di preparazione, riprese e sviluppo tecnologico.
Il processo creativo si basava su filmati catturati durante l’HIStory tour di Jackson nel 1997, quando aveva 39 anni. Questa scelta spiega l’aspetto più giovane dell’ologrammache ricorda più il suo look iconico di quell’epoca che la sua versione più recente.
I coreografi Rich e Tone Talauega, amici di lunga data di Jackson, hanno supervisionato la danza, con il contributo di Jamie King, un produttore associato dello spettacolo del Cirque du Soleil dedicato a Jackson.
Anche la band svedese ABBA ha integrato ologrammi nei propri concerti, trasformando il modo in cui gli artisti si connettono con il pubblico.
Con il progetto intitolato ‘ABBA Voyage’, i quattro membri originali del gruppo (Agnetha Fältskog, Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad) appaiono sul palco come avatar digitali, incarnando la loro giovinezza negli anni Settanta, durante la loro ascesa globale .
Per questa performance, i membri degli ABBA hanno collaborato direttamente, registrando i loro movimenti per settimane con costumi speciali, consentendo agli sviluppatori di progettare repliche digitali realistiche. Il risultato è uno spettacolo che unisce performance virtuali e gruppo dal vivo, con spettacoli di luci ed effetti speciali.
Questa tecnologia offre ai fan un’esperienza coinvolgente, consentendo loro di rivivere la magia di brani iconici come “Dancing Queen”, “Mamma Mia” e “Waterloo”, eseguiti da una versione ringiovanita del gruppo. Gli organizzatori confermano che ci sono voluti cinque anni per sviluppare questo progetto in collaborazione con la società Industrial Light & Magic, famosa per le sue produzioni nei film di Guerre stellari.
Di conseguenza, gli ABBA non solo stanno tornando sul palco, ma stanno anche ridefinendo il futuro dei concerti dal vivo, dimostrando come le innovazioni tecnologiche possano preservare l’eredità degli artisti e portarla alle nuove generazioni.
Come riflessione, queste iniziative sollevano interrogativi interessanti sul futuro della musica dal vivo e sull’uso delle nuove tecnologie per far rivivere i ricordi degli artisti defunti. Quali sono i vantaggi e i limiti dell’esperienza del concerto dal vivo? I fan accettano questa nuova forma di interazione con il proprio idolo o preferiscono mantenere un legame con performance reali?
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