Pubblicato il 16/01/2025 15:50
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È un territorio vasto quanto l’Europa… e un immenso deserto medico. Mentre nella Francia continentale il SAMU arriva in media in ventotto minuti, in questa comunità d’oltremare le emergenze vengono gestite con ritmi completamente diversi: intervenire via aerea su una delle 118 isole della Polinesia francese richiede ore, addirittura giornate intere. Una vera sfida quando il tempo stringe.
Romain, giovane medico d’urgenza di Nizza, è uno dei 35 “medici del cielo” della Polinesia francese. La sua ambulanza? È un aereo Beechcraft medicalizzato. Quella mattina “L’inviato speciale” lo seguì in una missione che lo portò a Tikehau, un’isola isolata dell’arcipelago delle Tuamotu. Si trova a 350 chilometri da Tahiti e dal suo ospedale, unica struttura di riferimento in questo vasto deserto medico di 280.000 abitanti nel cuore dell’Oceano Pacifico…
L’operazione di evacuazione medica (“evasan” nel gergo dei caregiver) è stata avviata per un paziente sulla trentina che presentava preoccupanti dolori addominali. Per capire la causa dell’infezione è fondamentale una TAC. Dato che la pista dell’aeroporto di Tikehau non è ancora dotata di illuminazione, i soccorsi non sono potuti arrivare prima della mattina. Inoltre, quando l’equipe medica atterra sull’isola dopo un’ora di volo, il sollievo è grande… per il paziente e la sua famiglia, ma anche per Laetitia, l’infermiera.
A Tikehau non c’è nessun medico, Laetitia è sola a prestare le cure d’urgenza ai 600 abitanti dell’atollo. E sta finendo la morfina per alleviare il dolore del giovane, le cui condizioni peggiorano di ora in ora. Dopo un rapido esame, Romain sospetta un’infezione intra-addominale. Ulteriori esami dovranno essere effettuati molto rapidamente prima di mandarlo in sala operatoria…
Un’ora dopo, il paziente arriva a Tahiti e gli viene data la priorità allo scanner. La diagnosi temuta da Romain è confermata: il giovane presenta una perforazione e un’infezione che comincia a diffondersi. “Abbiamo fatto bene ad andare a prenderlosussurra il dottore. Se non fossimo andati a cercarlo in quel momento, probabilmente sarebbe morto per shock settico, quindi per infezione generalizzata, nelle ore successive o nella giornata successiva.
Dopo l’intervento chirurgico, il paziente tornerà a casa pochi giorni dopo. L’evacuazione sanitaria di cui ha beneficiato è finanziata dal Fondo di Previdenza Sociale (CPS), la previdenza sociale dei polinesiani, attraverso i loro contributi. Un viaggio di andata e ritorno come questo costa quasi 9.000 euro e ogni anno questi “evasan” in aereo rappresentano 12 milioni di euro per l’arcipelago.
Estratto da “Le SAMU des atolls”, un servizio che apparirà su “Envoyéspecial” il 16 gennaio 2025.
> Le repliche dei notiziari di France Télévisions sono disponibili sul sito franceinfosezione “Riviste(Nuova finestra) (Nuova finestra)(Nuova finestra)“.
Belgio
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