(CercleFinance.com) – La Borsa di Parigi chiude la seduta sui massimi della giornata (+2,14%, a 7.634 punti), beneficiando del balzo del settore del lusso con +9,1% per LVMH, +6,2% per Kering e +4,9% per Hermès.
Il settore è stato confortato dai risultati record di Richemont – fatturato nei nove mesi pari a 16,2 miliardi di euro, in crescita del 3% (+4% a cambi costanti) – che hanno ravvivato le speranze di ripresa del settore del lusso.
A Wall Street abbiamo osservato pochissimi movimenti sugli indici statunitensi con punteggi pari a zero per l’S&P500 e il Dow Jones mentre il Nasdaq ha perso lo 0,2%.
Sul fronte statistico, la giornata si è rivelata impegnativa negli Stati Uniti: le vendite al dettaglio statunitensi sono aumentate dello 0,4% a dicembre, secondo il Dipartimento del Commercio, ovvero la metà rispetto al +0,8% sequenziale di novembre.
Escludendo il settore automobilistico (veicoli e attrezzature), che a volte è volatile, anche le vendite al dettaglio americane sono aumentate dello 0,4% il mese scorso, mentre Bank of America ha indicato di aspettarsi un aumento dello 0,6%.
Sul fronte dell’occupazione, il Dipartimento del Lavoro ha annunciato di aver registrato 217.000 nuove iscrizioni ai sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana del 6 gennaio, una cifra in aumento di 14.000 rispetto alla settimana precedente.
Ma l’attività nel settore manifatturiero è in ripresa vigorosa (con un rialzo storico della ‘Philly-FED’, il più forte da giugno 2020) nella regione di Filadelfia, secondo l’indice calcolato dalla Fed locale, che passa da una lettura rivista di Da -10,9 a dicembre a +44,3 a gennaio, il livello più alto da aprile 2021.
Tra le componenti dell’indice generale, tornano a crescere fortemente gli indici dei nuovi ordini (+47 punti a 42,9) e delle spedizioni correnti (+39 punti a 41), toccando i massimi rispettivamente da novembre 2021 e ottobre 2020.
Sul fronte dell’inflazione, i prezzi all’importazione hanno registrato un aumento dello 0,1% a dicembre per il terzo mese consecutivo, un dato che dimostra che le tensioni inflazionistiche sembrano ora meglio sotto controllo negli Stati Uniti… ma attenzione, il diavolo è nei dettagli.
Il Dipartimento del Lavoro sottolinea che i prezzi all’importazione non sono aumentati di oltre lo 0,1% da aprile 2024.
Tuttavia, i prezzi dell’energia sono aumentati dell’1,4% il mese scorso, spinti dall’aumento dei costi del petrolio e del gas naturale, l’aumento più forte dallo scorso aprile.
Anche il rialzo dei prezzi dei generi alimentari e delle bevande ha accelerato nel mese di dicembre, raggiungendo il 2,8% rispetto all’1,4% di novembre.
Su base annualizzata, vale a dire nell’arco di 12 mesi consecutivi, i prezzi all’importazione hanno mostrato un aumento del 2,2%, il più forte aumento da dicembre 2022.
Sul versante europeo, il tasso d’inflazione in Germania misurato dall’indice dei prezzi al dettaglio armonizzati con gli standard europei (IPCA) si è confermato al 2,8% in dicembre su un anno, ha annunciato giovedì Destatis, l’ufficio federale di statistica.
Poca reazione alla pubblicazione del verbale della riunione del consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea (BCE) del 12 dicembre, che ha comportato un quarto taglio dei tassi nell’arco di sei mesi.
La presidente dell’istituto, Christine Lagarde, ha poi espresso la sua preoccupazione per i rischi al ribasso che gravano sulla crescita della zona euro.
Dopo il forte allentamento di -10 punti in media del giorno prima, i mercati obbligazionari cercano di ritrovare un nuovo equilibrio: i T-Bond a 10 allentano di 5 punti al 4,60%, i nostri OAT di -3 punti al 3,33%, i Bund di -1Pt anche al 2,51% (ovvero uno spread invariato di 82 punti base).
Se gli ultimi dati sull’inflazione americana sono rassicuranti, gli investitori potrebbero tuttavia preferire rimanere sulla difensiva in attesa dell’insediamento di Donald Trump, previsto per lunedì.
“Probabilmente l’anno borsistico 2025 inizierà davvero il 20 gennaio”, hanno avvertito all’inizio della settimana i team di Cogefi, la società di gestione patrimoniale parigina.
Ieri i prezzi del greggio sono saliti alle stelle, con un barile di greggio americano leggero scambiato appena sopra gli 80 dollari, il primo dalla scorsa estate.
Il barile di Brent è sceso del 2,4%, intorno a 80,5 dollari, dopo aver testato ieri 82,5 dollari, per la prima volta dal 25 luglio e dal 12 agosto 2024.
Anche l’oro si sveglia grazie al ribasso dei tassi e supera con forza i 2.700 dollari/Oz, ovvero +2% in 24 ore verso i 2.719 dollari.
Infine, l’euro rimane generalmente stabile rispetto al biglietto verde, a $1,03/E (+0,1%).
Nelle notizie aziendali francesi, Alstom informa di aver firmato un nuovo accordo con Metrolinx per la revisione e l’ammodernamento di 181 vagoni ferroviari suburbani a due piani per il servizio GO Transit, il servizio di trasporto pubblico della regione del Greater Golden Horseshoe, in Canada.
TotalEnergies annuncia che il suo indicatore del margine di raffinazione europeo è risalito a 25,9 dollari per tonnellata nel quarto trimestre del 2024, rispetto a 15,4 dollari nel terzo, un aumento che dovrebbe riflettersi nei risultati e nel flusso di cassa del downstream.
Infine, Stellantis ha segnalato giovedì un calo del 9% nelle consegne di veicoli nel 4° trimestre del 2024, principalmente a causa dell’effetto del Nord America, dove il gruppo automobilistico sta faticando a vendere le sue azioni.
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