Notiamo innanzitutto che si tratta quindi di un delinquente abituale che presterà giuramento per diventare nuovamente presidente degli Stati Uniti tra pochi giorni. La giustizia dello Stato di New York ha di fatto dichiarato Donald Trump colpevole di aver tentato di comprare il silenzio di un’attrice porno con la quale aveva una relazione. Convinzione effettiva ma simbolica, perché non accompagnata da alcuna sanzione o multa. Una vittoria a metà per la giustizia americana, che non potrà giudicare il neoeletto presidente per la sua partecipazione all’attacco al Campidoglio – proprio a causa della sua vittoria elettorale – e che quindi non riesce a imporsi su un uomo dalle straordinarie capacità economiche e mediatiche. energia.
Il nuovo presidente sembra voler esercitare questo potere anche sul terreno di un rinnovato imperialismo americano, con l’intenzione di annettere un certo numero di territori nei suoi dintorni, annunciata in una conferenza stampa. Sul programma della sua futura politica estera, nientemeno che fare del Canada il 51° Stato dell’Unione, acquistare la Groenlandia dalla Danimarca e far prevalere il diritto degli Stati Uniti al Canale di Panama. I giornalisti presenti al punto stampa sono rimasti sbalorditi.
Le ragioni addotte da Donald Trump per questo desiderio di conquista sono semplici e le spiegazioni brutali. Per il Canada è una questione di strangolamento economico: “Gli Stati Uniti non possono più sostenere gli enormi deficit commerciali e i sussidi di cui il Paese ha bisogno per rimanere a galla. » Minaccia quindi di revocare gli accordi di libero scambio che vincolano i due paesi e di introdurre, come nel caso del Messico, dazi doganali fino al 25%. “E liberarsi di questo confine artificiale sarebbe molto meglio per la sicurezza nazionale”continua Trump, che aggiunge: “E aggiungere il Canada agli Stati Uniti sarebbe fantastico!” »
Anche le ragioni economiche dominano il Canale di Panama: attraverso questo canale passa il 5% del traffico mondiale, di cui il 75% delle merci destinate al mercato americano. Non solo i costi verrebbero ridotti, ma le merci provenienti dall’Asia potrebbero essere tassate di più, come parte della competizione tra Stati Uniti e Cina.
L’intenzione di acquistare la Groenlandia non è nuova per Donald Trump, che ne aveva già parlato nel 2019 durante il suo primo mandato. Ma oggi lui “non esclude” l’idea di usare la forza per appropriarsi del territorio autonomo amministrato dalla Danimarca. “Non sappiamo nemmeno se la Danimarca ne abbia i diritti legali, ha detto a questo proposito, ma, se li ha, deve rinunciarvi perché ne abbiamo bisogno per una questione di sicurezza nazionale. » Anche in questo caso, le considerazioni economiche sono importanti: quelle delle gigantesche risorse fossili e delle nuove rotte marittime. tramite il Passaggio a Nord-Ovest, allargato dallo scioglimento dei ghiacci – anche se gli studi scientifici non ritengono che sarà accessibile a grandissimi traffici per decenni. Negli annunci sulla Groenlandia figurano anche le donazioni di 150 milioni di dollari che Donald Trump si aspetta per finanziare un’inaugurazione che vuole essere grandiosa: promettendo licenze di trivellazione alle grandi compagnie minerarie, spera di vedere il flusso di denaro.
Quindi, dovremmo prenderlo sul serio? Gli osservatori concordano sulla creazione di un equilibrio di potere che si esprimerà sul piano economico. Per Elisa Chelle*, questi commenti dovrebbero essere presi completamente sul serio, ma non alla lettera. Questo fa parte della sua strategia “America First”. C’è però chi non esclude l’ipotesi di un intervento militare, in particolare attorno al Canale di Panama, come Philip Golub**, che lo ritiene “improbabile ma non impensabile”.
Ma cosa pensare delle insolite dichiarazioni del presidente eletto, che intende ribattezzare il Golfo del Messico “Golfo d’America” ? Questa volta, il presidente messicano ha scelto l’umorismo per rispondere: “E perché non chiamare invece gli Stati Uniti America messicana?” »
Isabelle Souquet
* Politologo, coordinatore diUna democrazia scossa (Politica americana no 422024), L’Harmattan, 2024, 296 p., €31.00
**Autore diUn’altra storia della potenza americanaSiviglia, 2011, 288 pag., € 19,30
Foto Gage Skidmore da Surprise, AZ, Stati Uniti d’America, CC BY-SA 2.0, tramite Wikimedia Commons
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