Secondo un rapporto pubblicato il 15 gennaio dalla ONG protestante Portes Ouvertes, nel 2024 sono stati 380 milioni i cristiani perseguitati a causa della loro fede in tutto il mondo. Vengono evidenziate diverse tendenze preoccupanti, in particolare l’intensificazione della violenza contro le minoranze cristiane nei paesi colpiti da guerre civili.
380 milioni: è questo il numero dei cristiani perseguitati nel mondo a causa della loro fede, ovvero un cristiano su 7, riferisce l’ong protestante Portes Ouvertes. Quest’ultimo, come ogni anno, fa il punto sullo stato della libertà religiosa dei cristiani in una cinquantina di Paesi. Pubblicato mercoledì 15 gennaio, il suo Indice annuale (che si basa su un periodo di studio che va dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024) traccia il preoccupante bilancio delle persecuzioni ancora in aumento rispetto agli anni precedenti (365 milioni di cristiani perseguitati nel 2023, 360 milioni nel 2022). Sono stati uccisi 4.476 cristiani, di cui 3.100 in Nigeria che resta il Paese più pericoloso per l’incolumità fisica dei cristiani (un dato sicuramente sottostimato). I luoghi di culto sono regolarmente presi di mira da distruzioni o chiusure arbitrarie, con quasi 7.700 chiese prese di mira.
Oltre all’ondata di violenza jihadista in Africa che fa dei cristiani un obiettivo importante, essi sono anche vittime di guerre civili con conseguenze devastanti. Nel caos politico che affligge molti paesi, la minoranza cristiana si trova vulnerabile e paga il prezzo dell’instabilità politica che porta al caos. Questa realtà è particolarmente visibile nello Yemen, un paese tormentato da una guerra civile infinita e dimenticata, dove infuria una crisi umanitaria inimmaginabile. La minoranza cristiana vive nel segreto: lo Yemen è una repubblica islamica che applica la legge della Sharia e punisce con la morte l’apostasia. Questo alto livello di persecuzione colloca lo Yemen al terzo posto nell’Indice, dietro la Somalia. Non se la passano molto meglio i cristiani della Libia: dalla caduta del colonnello Gheddafi, il Paese si trova in una grave crisi politica e di sicurezza che indebolisce ulteriormente la comunità cristiana, costretta anche lei a nascondere la propria fede in mezzo a una crisi popolazione sottomessa. alla legge della Sharia.
Chiese prese di mira, cristiani rimproverati
In Sudan, la lotta per il potere che ha avuto luogo tra l’esercito sudanese e le Forze di supporto rapido dall’aprile 2023 ha generato grande violenza e movimenti di popolazione senza precedenti, con oltre la metà dei sudanesi sfollati. Le chiese vengono regolarmente bombardate: dall’inizio della guerra sono state danneggiate quasi 150 chiese, riferisce l’ONG Portes Ouvertes. 3 novembre 2023, l’edificio dei Salesiani di Don Bosco
a Khartoum, ad esempio, è stato bombardato, ferendo due suore e uccidendo sei bambini. I missionari sono costretti a fuggire dal Paese, e i cristiani rimasti, abbandonati al loro destino, vengono regolarmente attaccati dalle milizie e dai gruppi islamici che sciamano nel caos.
Infine, nella Birmania del fuoco e del sangue, menzionata regolarmente dal Papa nelle sue preghiere, i cristiani cercano di continuare la loro vita di fede. Dal colpo di stato militare del 1 febbraio 2021 che ha portato al potere l’esercito birmano, il nord della Birmania è stato flagellato da violenti scontri tra la giunta e le Forze di difesa popolare (PDF) che si oppongono alla dittatura militare e hanno organizzato un vasto movimento di disobbedienza civile. In questa zona del Paese si concentrano numerosi villaggi a maggioranza cattolica dove si radunano i ribelli. I bombardamenti della giunta colpiscono soprattutto le chiese dove si rifugiano la popolazione e i ribelli. Nello stato Kachin, quasi 100.000
I cristiani vengono ammassati nei campi per sfollati o detenuti dalle forze
militari o ribelli, avverte ulteriormente il rapporto.
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