” NAbbiamo appena appreso che l’incendio ha attraversato la Highway 101 all’Hollywood Bowl, dove ha ucciso almeno tredici vigili del fuoco e soccorritori. Sembra che il vento abbia spinto le fiamme dall’altra parte del passo Cahuenga. Le raffiche superano ormai i 130 km/h e l’incendio si dirige verso la città…” Non è un estratto dell’ultimo bollettino degli incendi di Los Angeles, ma una frase del Alluvioneromanzo monumentale di Stephen Markley, pubblicato pochi mesi fa da Albin Michel.
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Affresco che copre circa trent’anni, tra il 2013 e il 2040, principalmente negli Stati Uniti, questo romanzo tentacolare e mozzafiato presenta una manciata di personaggi catturati nella spirale infernale di un mondo in cui i disastri si susseguono a piacimento. di reazioni a catena. L’autore (che in precedenza aveva pubblicato il very fine Ohiocon lo stesso editore) ha dedicato dieci anni alla stesura di Alluvionein cui analizza la sfera socio-politica contemporanea per dipingere il ritratto di un mondo minato dal lobbismo, dall’avidità, dall’attivismo su tutti i fronti, dal cambiamento climatico e dall’inerzia che sta facendo il suo corso.
La fittissima trama poggia sulle spalle di personaggi incarnati, che illustrano ciascuno una delle sfaccettature della lotta alla crisi, dagli scienziati agli ecoterroristi, compresi i politici che immaginano ancora un futuro compatibile con il capitalismo. Di anno in anno, l’apocalisse si svolge lentamente e inevitabilmente, senza mai colpire l’umanità, ma minata dai conflitti che divampano e dai flagelli che persistono (incendi, inondazioni, tempeste, cicloni, tornado…) non si disconnette dalle reti, da Internet, dai loro amori, dai loro guai.
Mentre altri scrittori, Cormac McCarthy in testa, hanno messo in scena devastanti fini del mondo, in cui l’umanità viene restituita alla sua ferocia in modo tanto brutale quanto radicale, la somma letteraria di Stephen Markley assorbe brillantemente tutte le contraddizioni e i veleni del nostro tempo , dai compromessi delle élite alla violenza dei loro avversari, dall’avidità su larga scala alla nostra incapacità personale di rinunciare alle nostre comodità, dall’eroismo di alcuni (leader o anonimi) alla codardia di migliaia di altri.
Se c’è un punto in cui l’aspetto visionario di Alluvione si scontra con la realtà, è quella della temporalità. Queste città americane bruciate, simboli per l’autore dell’inizio della fine e dell’incontestabile materialità della crisi ecologica, quest’ultimo le immaginava in un futuro prossimo. Ma non dal 2025.
Allo stesso modo, se Stephen Markley descrive perfettamente la negazione dei repubblicani e i relativi giochi di prestigio per negare la realtà del cambiamento climatico, è ben lungi dall’immaginare le reazioni dimostrate oggi dal campo trumpista e le fake news che diffonde, attaccando il management della città e dei vigili del fuoco, con il pretesto che avevano donato parte delle loro attrezzature all’Ucraina o che avevano dedicato le loro risorse alla lotta contro la discriminazione.
LEGGI ANCHE Fake news: cos’è la legge dell’“asimmetria delle cazzate”? Questo divario tra finzione e realtà porta ad un effetto inaspettato: Il diluvioun romanzo tanto appassionante quanto pessimista (anche se l’umanità, anno dopo anno, si avvia verso la sopravvivenza, contro ogni previsione), si rivela, alla luce dell’attualità, lucido, quasi ottimista. Dopo aver raccontato che: “le case bruciavano ovunque, dando l’impressione che il fuoco le scegliesse a caso, come un re che cerca di alleviare la noia con esecuzioni arbitrarie”, Stephen Markley prosegue: “Il miracolo non è stato solo che il pedaggio umano è rimasto sotto quattro cifre. Il miracolo è stato il numero di persone che hanno risposto.
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Risposta
Come avrebbe detto più tardi il sindaco, in un discorso che molti credono lo avrebbe messo in una buona posizione per diventare il candidato democratico alle prossime elezioni presidenziali, “ricostruiremo in modo che Hollywood possa immortalare questa storia”. »
Hollywood, o un bel romanzo: realtà e finzione sono diventate una cosa sola, e questa non è una buona notizia, soprattutto se il livello di aberrazione della prima supera tutto ciò che la seconda è capace di immaginare.
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