I sei (6) agenti di polizia incriminati e sottoposti a mandato d’arresto lo scorso aprile, in seguito alla morte di Mouhamed Diop, sono comparsi ieri martedì davanti all’Alta Corte di Pikine-Guédiawaye (sobborgo di Dakar). Questi agenti delle forze dell’ordine possono ora incrociare le dita e pregare, perché anche se sono sfuggiti alla punizione penale, rischiano 7 anni di prigione.
Questa, infatti, è la sentenza richiesta nei loro confronti dalla Procura nelle sue memorie. Gli agenti di polizia erano sul banco dei testimoni per atti di lesioni personali intenzionali che hanno portato alla morte senza intenzione di provocarla, atti per i quali il giudice istruttore Pikine li aveva deferiti al tribunale di prima istanza.
Per quanto la riguarda, la parte civile ha chiesto 500 milioni di FCFA a titolo di risarcimento dei danni subiti. Questo, dopo aver insediato un agente giudiziario nel caso.
Per i legali della parte civile gli agenti hanno agito nell’ambito del loro lavoro. Gli avvocati non sono d’accordo, inoltre, con il gip, perché ritengono che si tratti piuttosto di un omicidio e che gli agenti di polizia dovrebbero comparire davanti alla Camera penale, viste le torture inflitte alla vittima.
Ricordiamo che Seydina Mouhamed Diop è stato arrestato dagli agenti di polizia nel corso di un’operazione nella notte tra il 23 e il 24 marzo. Secondo uno dei suoi amici, arrestato contemporaneamente a lui la notte dei presunti fatti, i sei imputati avrebbero preso la vittima al Tecnopolo lo ha poi picchiato. È morto in ospedale per le ferite riportate. Dopo la sua sepoltura, i giovani di Pikine hanno mostrato la loro rabbia per strada.
Belgio
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