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“Hanno ucciso mio figlio”, denuncia la madre

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Tre mesi dopo la morte di Robin Cotta, un giovane di 22 anni, la cui gola è stata tagliata da un suo compagno di cella nel carcere di Baumettes a Marsiglia, abbiamo appreso che la sua morte avrebbe potuto essere evitata. Il detenuto, infatti, avrebbe inviato all’amministrazione diverse richieste di spostamento prima che il suo compagno di cella prendesse provvedimenti. Per sua madre la colpa è dell’amministrazione. Ha intenzione di sporgere denuncia.

Sono passati più di tre mesi dalla morte di Robin Cotta. Questo giovane di 22 anni, sconosciuto ai tribunali prima di essere posto in custodia cautelare per falso e uso di falsificazioni, è stato sgozzato il 9 ottobre da un suo compagno di cella nel carcere di Baumettes a Marsiglia.

Lunedì l’unità investigativa di Radio ha rivelato le prime conclusioni dell’inchiesta. Conclusioni che suggeriscono che la morte di Robin avrebbe potuto essere evitata. Il giovane avrebbe più volte avvisato l’amministrazione di essere tenuto lontano dal suo compagno di cella.

Sua madre Odile non capisce che non è stato fatto nulla per proteggere suo figlio e pensa di sporgere denuncia. Durante i primi 15 giorni della sua custodia cautelare, Robin scrisse una lettera a suo padre.

“A quanto pare le cose stavano andando molto bene. In questa lettera ha detto: ‘Mi assumo la responsabilità, papà, non preoccuparti’”, indica Odile, la madre di Robin.

Molteplici richieste di viaggio

Ma il 4 ottobre Robin fu messo in un’altra cella con un nuovo compagno di cella, condannato più volte per furto e violenza. Secondo i primi elementi dell’indagine quest’uomo avrebbe già minacciato tre ex vicini di cella. Robin invierà tre mail per essere spostato. “Il giorno della sua morte, Robin ha chiesto di cambiare nuovamente cella”, dice sua madre.

Robin arriva addirittura a chiedere di essere messo in isolamento. Ma per mancanza di spazio la richiesta venne respinta. Un’ora dopo, è stato trovato morto. Oggi sua madre è arrabbiata con l’amministrazione per non aver risposto alle sue segnalazioni.

“Avevo fiducia, mi sono detto questo concetto di prigione, c’è lo Stato, è ordinato, stanno attenti… Non avrei mai creduto che sarebbe entrato in un inferno. Hanno ucciso mio figlio”, denuncia.

Odile presenterà un reclamo

Invitata questo martedì su RMC, confida che sporgerà denuncia. “Non mi arrenderò. Voglio che ogni supervisore, ogni persona, si prenda la responsabilità perché ha chiamato al citofono milioni di volte ma non è venuto nessuno», confida.

La scelta di Apolline: Pierre Botton e Odile Cotta – 14/01

Contattata da RMC, la direzione dell’amministrazione Baumettes conferma l’avvio di un’indagine interna parallelamente al procedimento giudiziario.

Anna Jaujard con Guillaume Descours

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