Le truppe russe continuano ad avanzare nell’Ucraina orientale. Questo lunedì, 13 gennaio, tocca al villaggio minerario di Pichtchané cadere nelle mani della Russia.
L’esercito russo ha rivendicato lunedì 13 gennaio la cattura di Pichtchané, un villaggio minerario nell’Ucraina orientale e un’area dove le forze di Mosca avanzano lentamente ma inesorabilmente da diversi mesi, con pesanti perdite.
Il Ministero della Difesa russo ha affermato di aver “liberato” questa città, situata a meno di 10 chilometri a sud-ovest di Pokrovsk e che ospita un importante sito di estrazione del carbone.
Una miniera di carbone in mano alla Russia
A Pichtchané, uno dei tre pozzi di questa importante miniera, la produzione ha dovuto essere interrotta il 12 dicembre a causa dell’avvicinarsi degli scontri, secondo l’impresa siderurgica Metinvest, proprietaria del sito.
In totale, all’inizio di dicembre sul posto lavoravano ancora 3.500 persone, rispetto alle 10.000 prima dell’invasione russa.
Gli altri due pozzi, situati a Udatchné e Kotlyné, si trovano più a ovest di Pichtchané e sono sotto il controllo delle forze ucraine. Nelle ultime settimane le forze russe hanno stretto la stretta attorno a Pokrovsk, città cruciale per la logistica dell’esercito ucraino, in difficoltà nella zona.
La cattura di Pokrovsk da parte delle truppe russe sarebbe un duro colpo per Kiev non solo militarmente ma anche economicamente perché la sua miniera è l’unica rimasta in questa fase sotto il controllo ucraino per produrre coke, un carbone necessario per la fabbricazione dell’acciaio. Duramente colpita dall’invasione russa, l’industria siderurgica ucraina, il secondo settore di esportazione dopo l’agricoltura, continua tuttavia a svolgere un ruolo vitale nel paese, devastato da quasi tre anni di guerra su vasta scala.
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Prima dell’invasione, l’industria siderurgica forniva il 10% del PIL nazionale e oltre il 30% delle esportazioni. Dopo un crollo catastrofico nel 2022, l’industria si è ripresa nel 2023 fino a coprire quasi il 15% delle esportazioni.
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