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Dopo l’euro, è la volta della sterlina a scendere rispetto al dollaro

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Questo lunedì la sterlina ha continuato a scendere, nonostante i tentativi del governo britannico di rassicurare gli investitori. Intorno alle 11:20 (ora di Parigi), la sterlina è crollata dello 0,66% rispetto alla moneta americana, a 1,2126 dollari, il livello più basso degli ultimi 14 mesi. Ha perso lo 0,27% contro l’euro, a 84,15 pence per euro.

Questa flessione più marcata rispetto al dollaro può essere spiegata in particolare dalla corsa per la valuta attraverso l’Atlantico dopo l’elezione di Donald Trump. L’imminente arrivo del miliardario alla Casa Bianca è una garanzia di politiche inflazionistiche che potrebbero ritardare i tagli dei tassi di interesse americani. Nei confronti della sterlina, anche il dollaro beneficia dei recenti buoni dati sull’occupazione americana. Venerdì gli annunci di creazione di posti di lavoro sono aumentati e la disoccupazione è diminuita, superando le previsioni degli analisti.

infografica sui prezzi delle valute (Crediti: DR)

Un’economia britannica stagnante

Ma il problema con la sterlina va oltre la semplice concorrenza del dollaro. Nel Regno Unito, molte luci economiche sono rosse. I tassi di indebitamento sulle obbligazioni del Regno Unito rimangono ancora vicini ai massimi raggiunti la scorsa settimana. Di solito, i trader di valuta – questi trader di valuta – sono attratti da questi tassi di finanziamento molto elevati, ma il caso britannico costituisce un’eccezione alla regola relativa piuttosto al“crescenti preoccupazioni per l’economia britannica”sottolinea all’AFP Ricardo Evangelista, analista di ActivTrades.

Un’altra luce rossa a Londra è la crescita lenta del paese. Quest’ultima è rimasta stagnante nel terzo trimestre, mentre l’inflazione è aumentata del 2,6% a novembre, ben lontana dall’obiettivo del 2% fissato dalla Banca d’Inghilterra (BoE). Anche i dati sull’inflazione di dicembre, che saranno resi noti mercoledì, dovrebbero svolgere un ruolo cruciale nel determinare se la sterlina continuerà o meno a scendere, mentre la Boe ha già adeguato i suoi tassi chiave 14 volte.

Corso 2 (Crediti: Reuters)

Un bilancio criticato dalla critica

L’ultima macchia nera nel quadro britannico sono le critiche che non si attenuano nei confronti del bilancio presentato a fine ottobre. Appena presentato dal ministro delle Finanze Rachel Reeves, il testo evidenziava prospettive scoraggianti per l’economia britannica.

La pressione fiscale, allora a livelli storicamente elevati, è aumentata con 40 miliardi di sterline di aumenti fiscali e 100 miliardi di prestiti in cinque anni per investimenti. Questi annunci “continua ad attirare critiche”, perché questi “Le prime misure di stimolo fiscale hanno contribuito alla cautela della BoE riguardo ad ulteriori tagli dei tassi”osserva Lee Hardman, analista della MUFG.