Sulle strade della Transnistria, il “criptopotere” russo bloccato tra Moldavia e Ucraina

“Buongiorno. Mi chiamo Vladimir e sarò la tua guida turistica in Transnistria.” Dopo aver obbedientemente acconsentito, io e il mio collega fotografo chiediamo se non somigliamo troppo ai giornalisti. Ma mentre lo sguardo di Volodya (abbreviazione di Vladimir, in russo) passa sopra di me con indifferenza, si ferma sul mio compagno di visita.

“È passato molto tempo dall’ultima volta che hanno sparato a qualcuno qui. Qualche anno fa un giovane è stato ucciso a un posto di blocco, ma era stato lui a provocarli. Andava avanti e indietro senza rispettare gli ordini dei soldati russi e della Transnistria. Non si è fermato e basta… Okay, e poi era un 1^È Gennaio. Erano tutti con i postumi della sbornia. L’aneddoto fa un po’ ridere il mio collega, perché il suo compito è molto più difficile del mio. Deve fotografare ciò che è severamente vietato fotografare qui.

“Ma se seguirai le mie indicazioni, e le loro, la visita andrà benissimo, vedrai”, continua la nostra guida Moldava. “Ricordatevi di avere sempre contanti, perché nell’enclave non funzionano le carte di credito, tranne quelle transnistriane. È possibile cambiare euro e lei moldavi presso gli uffici di cambio. Non dimenticare