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ad un mese dal passaggio del ciclone Chido, quali rischi per la salute dei residenti?

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Dopo il passaggio del ciclone Chido a Mayotte, e i terribili danni che l’isola deve affrontare, un altro flagello preoccupa: le condizioni potrebbero favorire l’insorgere di un’epidemia? Renaud Piarroux, biologo specializzato in malattie infettive e tropicali, ha risposto alle nostre domande sul legame tra catastrofi naturali e rischio epidemico.

Un mese fa, il ciclone Chido ha devastato l’isola di Mayotte, provocando almeno 39 morti e più di 5.600 feriti. Infrastrutture, piantagioni ed ecosistemi sono devastati, cumuli di rifiuti ingombrano le strade e un nuovo rischio preoccupa le autorità sanitarie: potrebbe scoppiare un’epidemia? Renaud Piarroux è professore all’Università della Sorbona, capo dipartimento alla Pitié Salpêtrière e specialista in epidemie.

Sciences et Avenir: su quali fattori si basa il rischio di un’epidemia dopo una catastrofe naturale?

Renaud Piarroux: Si parla costantemente di timori di epidemie a seguito di catastrofi naturali, ma il collegamento tra queste due calamità non è così semplice. Nel caso dei terremoti, ad esempio, il verificarsi secondario di epidemie è tutt’altro che ovvio. Questo rischio è tuttavia maggiore in caso di una catastrofe meteorologica come quella che ha appena colpito Mayotte. Durante i cicloni o le inondazioni, diversi fattori possono aumentare il rischio di epidemie: distruzione delle risorse di acqua potabile, indebolimento delle popolazioni il cui habitat è stato distrutto, cambiamenti ambientali che possono favorire la proliferazione delle zanzare, ecc.

In un simile contesto, oltre alle malattie trasmesse dalle zanzare, è legittimo monitorare attentamente la comparsa di malattie diarroiche ed epatiti, febbre tifoide, ma anche malattie respiratorie (morbillo, influenza, polmonite) o malattie cutanee compresa la trasmissione possono essere agevolate da le precarie condizioni di vita delle vittime del disastro. Più raramente sono stati segnalati casi di leptospirosi, legati alla promiscuità tra roditori e vittime del disastro, nonché casi di tetano in seguito a lesioni avvenute durante il disastro o nei giorni successivi quando le vittime tentano di reinsediarsi nelle aree abitate distrutte.

Per quanto riguarda le epidemie di colera, raramente si verificano in tali circostanze. Sappiamo che lei[…]

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