Giovedì 9 gennaio i mercati americani sono rimasti chiusi in segno di rispetto per il defunto ex presidente Jimmy Carter.
Futures USA alle 6:00 (EST)
- I futures Dow sono scesi dello 0,10%, i futures S&P 500 sono scesi dello 0,21% e i futures Nasdaq 100 sono scesi dello 0,23%.
- I futures sulle azioni statunitensi sono crollati, appesantiti dall’ottimismo della Fed, da un mercato del lavoro forte e dai timori di inflazione. I mercati attendono i dati sull’occupazione di dicembre per avere un’idea del tasso. Anche la stagione degli utili e l’aumento dei prezzi del petrolio sono all’opera.
I mercati asiatici oggi
- Venerdì il Nikkei 225 ha chiuso in ribasso dell’1,04% a 39.208,50, penalizzato dalle perdite nei settori della costruzione navale, dell’energia e delle assicurazioni.
- L’indice australiano S&P/ASX 200 è sceso dello 0,42% chiudendo la sessione a 8.294,10, con il calo guidato dai cali nei settori finanziario, di consumo di base e sanitario.
- Il Nifty 50 indiano ha chiuso in ribasso dello 0,38% a 23.437,35, mentre il Nifty 500 è sceso dell’1,11% a 21.801,10. Le perdite sono state causate dai settori energetico, immobiliare e delle imprese pubbliche.
- L’indice cinese Shanghai Composite ha perso l’1,33% e ha chiuso a 3.168,52, mentre lo Shenzhen CSI 300 è sceso dell’1,25% e ha chiuso la giornata a 3.732,48.
- L’Hang Seng di Hong Kong ha chiuso la sessione in ribasso dello 0,92% a 19.064,29.
Eurozona alle 6:00 (EST)
- L’indice europeo STOXX 50 è aumentato dello 0,09%.
- Il DAX tedesco ha guadagnato lo 0,20%.
- Il CAC 40 francese è aumentato dello 0,21%.
- L’indice FTSE 100 del Regno Unito è sceso dello 0,25%.
Materie prime alle 6:00 (EST)
- Il petrolio greggio WTI è stato scambiato in rialzo del 2,25% a 75,81 dollari al barile, e il benchmark petrolifero Brent è salito del 2,46% a 78,83 dollari al barile.
- I prezzi del petrolio sono aumentati per la terza settimana consecutiva poiché gli investitori si sono preoccupati di una carenza causata dalle sanzioni su Russia e Iran, dal clima freddo che ha stimolato la domanda di carburante e dai timori di inflazione nonostante la forza del dollaro americano.
- Il gas naturale è aumentato del 4,16% a 3,852 dollari.
- L’oro è stato scambiato in rialzo dello 0,63% a 2.709,21 dollari, l’argento è salito dello 0,61% a 31,230 dollari, e il rame è salito dello 0,69% a 4,3395 dollari.
Forex alle 6:00 (EST)
- L’indice del dollaro statunitense è sceso dello 0,01% a 109,17, il cambio USD/JPY è salito dello 0,01% a 158,08 e il cambio USD/AUD ha guadagnato lo 0,12% a 1,6159.
- Il dollaro USA è sulla buona strada per il sesto guadagno settimanale consecutivo, guidato dagli alti rendimenti dei titoli del Tesoro USA, dai timori di inflazione e dalle aspettative di forti dati sull’occupazione nel settore agricolo senza scopo di lucro, che potrebbero significare un mantenimento a lungo termine di tassi più alti.
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