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12.300 civili uccisi, tra cui più di 650 bambini, dall’inizio del conflitto, secondo un rapporto elaborato dalle Nazioni Unite

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L’ONU si dice “profondamente preoccupata” per l’impatto sui civili del “maggiore uso di droni russi a lungo raggio” e denuncia le esecuzioni di soldati e civili da parte dei russi e i maltrattamenti inflitti ai soldati russi catturati da parte degli ucraini.

Pubblicato il 01/09/2025 10:14

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Un uomo aiuta una persona ferita l’8 gennaio 2025 durante un attacco aereo russo su Zaporizhia. (SCHEDA / AMMINISTRAZIONE MILITARE REGIONALE DI ZAPORIZHZHIA / VIA AFP)

“Da febbraio 2022, il conflitto ha ucciso più di 12 persone 300 civili, tra cui più di 650 bambini” e ferito “più di 27.800” civili, scrive l’ONU mercoledì 8 gennaio, in un rapporto di presentazione del 41esimo rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR). Sempre secondo questa valutazione, “Anche più di 700 strutture mediche e 1.500 scuole e università sono state danneggiate o distrutte”.

Lo ha affermato l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani presentando questo rapporto “profondamente preoccupato” dall’impatto sui civili di “maggiore uso di droni russi a lungo raggio e nuove armi” nella guerra tra Russia e Ucraina. Nada Al-Nashif, vice alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha deplorato l’intensificazione delle operazioni russe “conquistare nuovi territori nell’Ucraina orientale, con gravi conseguenze sui civili nelle aree di prima linea, in particolare nelle regioni di Donetsk, Kherson e Zaporizhia”.

Anche il vice capo delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione “il significativo aumento delle accuse credibili di esecuzioni di militari ucraini catturati dalle forze armate russe”. In totale, dall’inizio del conflitto, l’ONU ha verificato l’esecuzione di 68 soldati ucraini catturati dalle forze armate russe. Anche l’OHCHR ha verificato “l’esecuzione sommaria di 170 civili dal 24 febbraio 2022 nelle aree controllate dalle forze armate russe, compresi i luoghi di detenzione”.

Infine, il rapporto denuncia i maltrattamenti subiti dai prigionieri di guerra russi detenuti in Ucraina, che hanno denunciato “torture e maltrattamenti, che vanno dalle percosse gravi alla violenza sessuale e agli attacchi di cani, per lo più nei luoghi di transito prima di raggiungere i luoghi di internamento ufficiali”.

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