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le zone grigie dell’elezione alla presidenza del Comitato Olimpico (CIO)

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Il CIO sceglierà presto la sua nuova figura di riferimento. Un presidente la cui elezione sarà inevitabilmente segnata dalla questione dei rapporti con la Russia.

Nel giugno 2025 il tedesco Thomas Bach lascerà la presidenza del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) dopo dodici anni alla guida. Il suo successore sarà stato eletto tre mesi prima, dopo un’elezione giocata nell’ombra e molte pressioni dietro le quinte. Deciderà tra sette candidati, tra cui una donna: l’ex nuotatrice dello Zimbabwe Kirsty Coventry, protetta di Thomas Bach da anni, che potrebbe così diventare la prima presidente donna del CIO. Ma gli analisti stimano più alte le possibilità dei candidati uomini.

Si dice che anche David Lappartient, l’astuto presidente dell’Unione ciclistica internazionale, abbia conquistato i favori di Thomas Bach, mentre Juan Antonio Samaranch junior, figlio dell’ex presidente del CIO, ha una vasta rete. Il britannico Sebastian Coe, presidente della World Athletics, ha una vasta esperienza nel mondo dello sport internazionale ed è particolarmente incentivato dai media anglosassoni. Certamente Coe è troppo vecchio (68 anni) per ricoprire l’intero mandato di presidente del CIO, ma la questione può essere risolta. La colpa più grande del due volte campione olimpico dei 1.500 metri è quella di essere in permanente opposizione a Bach. Quest’ultimo farà di tutto per affossare la sua candidatura. Per non parlare del fatto che anche Coe è sulla lista nera della Russia…

Da quando è diventato presidente della World Athletics nel 2015, il britannico ha bandito gli atleti russi dalle competizioni internazionali di atletica leggera. Lappartient e Juan Antonio Samaranch vedono le cose diversamente. Se diventasse il nuovo presidente del CIO, lo spagnolo vorrebbe addirittura riconciliarsi immediatamente con la Russiache è riuscita a mandare ai Giochi di Parigi solo atleti “neutrali”.

La Russia lo sta già anticipando: con Mikhail Degtyarev, nuovo presidente del Comitato Olimpico Nazionale, anche ministro dello Sport, ha ha fortemente temperato i toni offensivi nei confronti del CIO e del mondo sportivo occidentale. L’obiettivo: essere (pienamente) reintegrato nelle più grandi competizioni, in particolare nelle Olimpiadi, il più rapidamente possibile. Il verdetto dipenderà dall’esito delle elezioni di marzo.

Belgio

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