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Nuovi tagli all’elettricità dopo la chiusura del gas russo

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La Transnistria, territorio filo-russo della Moldavia, sta subendo nuovi tagli all’energia elettrica dopo la chiusura del gas russo. Le autorità separatiste faticano a mantenere le forniture energetiche e la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Scopri gli ultimi sviluppi di questa crisi che colpisce mezzo milione di abitanti.

La Transnistria, questo piccolo territorio separatista filo-russo incastrato tra Moldova e Ucraina, si ritrova ancora una volta immersa nell’oscurità. Dalla cessazione, il 1° gennaio, delle forniture di gas russo, considerato vitale per mezzo milione di abitanti, le autorità locali hanno faticato a mantenere le forniture di elettricità. Di fronte a questa grave crisi energetica, sabato sono state introdotte nuove interruzioni di corrente che hanno suscitato preoccupazione tra la popolazione.

Tagli sempre più lunghi

Dopo aver chiuso giovedì numerose aziende industriali e aver imposto venerdì i primi tagli ai privati, il governo separatista ha deciso di inasprire le restrizioni. Questo sabato le interruzioni di corrente sono state estese a tre ore consecutive, dalle 14:00 alle 17:00 ora locale. Secondo il leader separatista Vadim Krasnosselski le pause di un’ora non sarebbero più sufficienti per garantire la sicurezza della rete elettrica. Gli esperti chiedono addirittura che a partire da domani la durata delle interruzioni venga aumentata a quattro ore.

Il conflitto del debito con Gazprom

Finora il colosso russo Gazprom ha fornito gas alla Transnistria tramite il fornitore locale Tiraspoltransgaz, senza che quest’ultimo pagasse il conto. Poiché la Transnistria non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, le richieste di pagamento sono state inviate alla capitale della Moldavia Chisinau, aumentando gradualmente il debito del paese nei confronti di Gazprom. L’importo esatto di questo debito cristallizza le tensioni:

Il conflitto sull’ammontare del debito da pagare a Gazprom – stimato in oltre 700 milioni di dollari da Mosca ma stimato in soli 9 milioni circa da Chisinau – ha spinto il colosso russo a chiudere il rubinetto dal 1° gennaio.

La Moldavia risparmiata grazie agli aiuti rumeni

Se il resto della Moldavia per il momento è al riparo dai tagli, è soprattutto grazie a questi aiuti forniti dalla vicina Romania e le misure di risparmio energetico implementate nel paese. Escludendo la Transnistria, la Moldova non riceve più gas russo dall’inizio della guerra in Ucraina nel 2022. Tuttavia, dipende ancora in gran parte dalla centrale elettrica di Cuciurgan, situata in territorio separatista, per il suo fabbisogno elettrico.

Un futuro energetico incerto

La Russia ha inoltre interrotto le forniture di gas all’Unione Europea attraverso l’Ucraina il 1° gennaio, dopo la scadenza di un contratto di transito che Kiev ha rifiutato di rinnovare. Questa decisione accentua l’isolamento energetico della Transnistria e le incertezze che gravano sull’approvvigionamento della sua popolazione. Se non viene trovata rapidamente alcuna soluzione, lo spettro di interruzioni di corrente ancora più lunghe e frequenti si profila all’orizzonte. Uno scenario disastroso che le autorità separatiste sperano di evitare a tutti i costi, senza avere evidenti leve per un’azione immediata.

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