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Panama: gli occhi di Trump sul Canale che dal 1999 è tornato sotto controllo dello Stato centro americano

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PANAMA. Scoppia un’altra crisi nel mondo. Questa volta siamo a Panama e l’oggetto del contendere è il Canale.

Un’immagine del Canale di Panama

Gli Stati Uniti cedettero il suo controllo a Panama il 31 dicembre 1999 in seguito a un trattato firmato nel 1977 sotto il Presidente Jimmy Carter.

Quedsta parte dell’accordo rientra in un quadro più ampio dei Trattati Torrijos-Carter. Il primo era il leader Infatti della giunta militare che aveva preso il potere a Panama nel golpe del 1968.

Essi abrogarono il precedente Trattato Hay-Bunau Varilla del 1903 che garantivano che Panama avrebbe acquisito il controllo del Canale omonimo dopo il 1999, ponendo fine al controllo che gli Stati Uniti esercitavano sul Canale dal 1903.

Il primo Trattato è intitolato ufficialmente come Il Trattato relativo alla neutralità permanente e al funzionamento del Canale di Panama (Trattato sulla permanente neutralità e operabilità del Canale di Panama) ed è comunemente noto come il Trattato di neutralità.

In base ad esso, gli Stati Uniti avevano il diritto permanente di difendere il Canale da ogni minaccia che possa interferire con la sua accessibilità continuata e neutrale alle navi in transito di tutte le Nazioni.

Il secondo è intitolato Il Trattato sul Canale di Panama (Trattato del Canale di Panama) e prevedeva che dalle ore 12.00 del 1º gennaio 2000, Panama avrebbe assunto il pieno controllo delle operazioni del Canale e sarebbe divenuto principale responsabile della sua difesa.

Nel 1989 con l’Operazione Giusta causagli Stati Uniti deponevano il capo Infatti di Panama Manuel Noriega, prendendo possesso del Canale e mantenendone l’occupazione fino al 1999.

Hanno definitivamente restituito la sua gestione in base al secondo accordo dei trattati nel 2000.

Oggi, il Presidente eletto Donald Trump ha suggerito che la sua nuova Amministrazione potrebbe provare a riprenderne il controllo che Washington ha “sconsideratamente” ceduto al suo alleato centroamericano.

Il neo eletto Presidente Usa, Donald Trum

Parlando al suo primo comizio post-elettorale in Arizona, Trump si è lamentato del fatto che le autorità del Canale stiano riscuotendo tasse “ridicole” dalle navi che lo attraversano vista la sua importanza per il fatto che l’Oceano Atlantico e quello Pacifico.

“La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato – ha detto Trump ai suoi sostenitori -. Le tasse applicate da Panama sono ridicole, altamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama. Finirà. Gli Stati Uniti hanno un grande e personale interesse nel funzionamento sicuro, efficiente e affidabile del Canale di Panama”.

Il Canale è fondamentale per l’economia di Panama e genera circa un quinto delle entrate annuali del Governo. Non solo. Dipende dai bacini idrici per azionare le sue chiuse. È stato pesantemente colpito dalla siccità in America Centrale nel 2023 che lo ha costretto a ridurre sostanzialmente il numero di slot giornalieri per l’attraversamento delle navi.

Inoltre, visto che ci sono meno navi che, giornalmente, utilizzano il Canale, gli amministratori hanno anche aumentato le tariffe addebitate a tutti gli spedizionieri per la prenotazione di uno slot. Malgrado il clima migliorato sono però previsti altri aumenti.

E  Trump ha affermato con forza che quando sarà Presidente “questa completa fregatura degli Stati Uniti cesserà immediatamente”.  In caso contrario, ha affermato, il Canale potrebbe “essere restituito agli Stati Uniti d’America per intero e senza fare domande”.

Senza aggiungere altro di più specifico.

Intanto è arrivata pronta la risposta del Presidente di Panama José Raúl Mulino che ha respinto categoricamente il fatto che Washington potrebbe provare a riprendere il controllo del Canale.

Il Presidente di Panama José Raúl Mulino

“Ogni metro quadrato del Canale di Panama e dei suoi dintorni appartiene a Panama e continuerà ad appartenere a Panama – ha detto-. La sovranità e l’indipendenza del nostro Paese non sono negoziabili”,

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