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Gli Stati Uniti di Trump diranno bye bye all’Oms?

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Per inaugurare la sua presidenza, Donald Trump potrebbe far uscire gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) già nel primo giorno della nuova amministrazione. Ad affermarlo è il Tempi finanziariche cita membri del team del tycoon.

Gli Usa sono il principale donatore dell’Oms, con il 16% del finanziamento totale nel 2022-2023. La loro uscita, secondo alcuni esperti, avrebbe un impatto “catastrofico” sulla salute globale.

IL VUOTO LASCIATO DAGLI USA

Il 20 gennaio 2025, giorno dell’insediamento del presidente eletto, potrebbe arrivare l’annuncio dell’uscita degli Stati Uniti dall’Oms ma, nonostante le voci arrivino da persone vicine a Trump, non tutti sono convinti che questo avverrà.

Per Lawrence Gostin, professore di salute globale alla Georgetown Law, l’abbandono dell’organizzazione da parte degli Stati Uniti sarebbe ‘catastrofico’ per la salute globale perché l’America lascerebbe “un vuoto enorme” (soprattutto finanziario) che nessuno potrebbe colmare. Dopo gli Stati Uniti infatti il principale finanziatore non è un altro Stato ma la Fondazione Bill&Melinda Gates. Seguono poi ma con contributi flessibili e, dunque, non automaticamente riservati, il Regno Unito, la Germania e la Commissione europea.

Fonte: Oms

IL CERCHIO MAGICO DI TRUMP

La notizia arriva a seguito di varie nomine nella sanità, tra cui quelle di Robert F. Kennedy a capo del dipartimento della Salute e noto per le sue posizioni anti-vaccini, Jim O’Neill, che sarà il suo braccio destro in quanto vicesegretario del dipartimento, e Jay Bhattacharya, che guiderà l’agenzia governativa National Institutes of Health (Nih), in passato diretta da Anthony Fauci, con cui è stato in aperto conflitto.

Se Gostin “non è sicuro che Trump attribuisca una priorità così alta a un ritiro immediato come alcuni membri del suo team”, per Ashish Jha, ex coordinatore con Biden della risposta al Covid e preside della scuola di sanità pubblica della Brown University, “ci sono molte persone che faranno parte della cerchia ristretta dell’amministrazione che non si fidano dell’Oms e vogliono dimostrare simbolicamente il primo giorno che sono fuori”.

Jha ritiene inoltre che alcuni membri del team vogliono rimanere nell’organizzazione e spingere per riformarla, ma un altro gruppo che crede nel taglio dei legami per ora sta avendo la meglio.

COSA SIGNIFICHEREBBE L’USCITA USA DALL’OMS

Una Oms senza Stati Uniti vorrebbe dire una Oms povera, dato che si tratta del suo principale finanziatore. Secondo Gostin infatti saranno “anni molto magri per l’Oms, in cui farà fatica a rispondere alle emergenze sanitarie e dovrà ridurre considerevolmente il suo personale scientifico”.

Jha ha invece ricordato che tali organizzazioni sono fondamentali per la cooperazione globale specialmente in situazione di emergenza come è accaduto durante la pandemia con lo sviluppo e la distribuzione dei vaccini e di altri trattamenti.

Il professore della Georgetown Law ritiene inoltre che se gli Stati Uniti lasceranno l’Oms, sarà “improbabile” che i Paesi europei aumentino i finanziamenti e la Cina potrebbe cercare di esercitare una maggiore influenza: “Non sarebbe una mossa intelligente perché il ritiro cederebbe la leadership alla Cina”.

LA DEBOLEZZA DELL’OMS

Già nel 2020, Trump, oltre ad aver sospeso i finanziamenti all’Oms, aveva avviato anche il processo per uscirne in seguito alla diffusione del Covid-19, accusando l’agenzia di essere sotto il controllo della Cina. Il procedimento, tuttavia, non si è mai concluso e il suo successore Joe Biden ha riavviato le relazioni con l’agenzia il primo giorno del suo mandato nel 2021.

A questo nuovo annuncio l’Oms non ha fornito immediatamente una reazione ma un paio di settimane fa il direttore generale dell’organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, forse presagendo problemi in arrivo, si era mostrato conciliante e bendisposto nei confronti delle nomine di Trump, nonostante le numerose critiche: “È un periodo di transizione per il nuovo governo degli Stati Uniti – aveva detto -, lasciategli un po’ di spazio per prepararsi al passaggio e spero e credo che faranno del loro meglio”.

La debolezza dell’Oms però, come scriveva il Custode nel 2020, ha radici profonde. I suoi limiti infatti sono molti: a fronte di tutte le responsabilità che gli vengono conferite il suo potere è scarso; a differenza di altri organismi internazionali, come per esempio l’Organizzazione mondiale del commercio, non ha la capacità di vincolare o sanzionare i suoi membri; il suo budget operativo annuale è inferiore a quello di molti ospedali universitari e viene suddiviso tra una quantità enorme di progetti di salute pubblica e di ricerca. “L’Oms – si legge sul Custode – più che assomigliare a un generale militare o a un leader eletto con un mandato forte, ricorda più un allenatore sportivo sottopagato che teme di ‘perdere lo spogliatoio’, e che può ottenere il suo scopo solo affascinando, adulando, blandendo e occasionalmente supplicando i giocatori di fare ciò che dice”.

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