Motta, la Juve e due grandi occasioni
Come ha giocato ieri sera, la Juventus non può andare lontanissima, ma ancora una volta, in mezzo uno spettacolo calcistico non esaltante, emergono dei singoli che Motta sta evidentemente facendo crescere bene: Locatelli è stato lucido e trascinatore, così come Stellache forse non ruba gli occhi come Conceicaoè tanto, tanto concreto. Nella Juventus devono ancora collegarsi tutti i puntini per capire cosa apparirà: al momento c’è qualche linea morta nella ragnatela di costruzione e una generale lentezza di circolazione della rete. A Motta si poteva chiedere di essere più veloce nell’edificare il suo progettoma da quello che a volte si vede, a volte si intravede, non si può affermare che stia andando nella direzione sbagliata. E ora sul suo orizzonte ci sono due grandi occasioni: la Fiorentina e la Supercoppa Italiana a Riad.
Ultimo ragionamento sull’arbitraggio: a metà secondo tempo Giallo assurdo a Francisco Conceiçao che va sul pallone, gli mette il piede sopra e lo stesso piede, poi, scivola sulla caviglia di Bianco senza nessuna volontarietà, né imprudenza. Il pavido Massa lo ammonisce. Curioso, proprio lo stesso arbitro che si era perso gli “step on foot” di Lukaku in Napoli-Roma. Stesso discorso per il rigore reclamato da Vlahovic: siamo sul filo tra il “si può dare” e il “non si dà”, ma dopo aver visto i rigorini di Roma (il primo) e quello concesso con il Var all’Empoli, uno si aspetta il fischio. Perché, ribadiamo instancabili, il gioco perde credibilità non per gli errori degli arbitri, ma per la difformità di giudizio e l’applicazione intermittente di certe regole che non ci fanno capire più nulla.
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