Blake Lively ha accusato e denunciato l’attore e regista di Finisce con noi Giustino Baldoni di molestie sessuali e di aver organizzato una campagna diffamatoria nei suoi confronti. È la scossa di Hollywood che arriva agli sgoccioli del 2024, ma che in realtà ha visto nascere i primi segnali quest’estate, durante la criptica promozione del film alle quale Baldoni e Lively non hanno mai partecipato insieme.
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È Lively, con una denuncia presentata al dipartimento dei diritti civili della California, a far luce sui fatti, asserendo che Baldoni avrebbe tentato di organizzare una campagna diffamatoria contro di lei, sottolinenando come il suo comportamento abbia causato a lei e alla sua famiglia “gravi danni emotivi”.
Secondo gli atti dichiarati da Lively, nel gennaio del 2024 si è tenuto un incontro per affrontare le rivendicazioni dell’attrice e le sue richieste di tornare a lavorare a Finisce con noi appena dopo il termine degli scioperi degli attori e degli sceneggiatori. In quell’incontro, al quale era presente anche il marito, Ryan Reynolds, Lively si è lamentata del fatto che Baldoni avesse messo in discussione il suo peso, l’avesse pressata affinché rivelasse le sue convinzioni religiose e avesse parlato della sua vita sessuale in modo inappropriato. Nella conversazione è stato tirato in ballo anche Jamey Heathuno dei produttori del film e amministratore delegato dei Wayfarer Studios. Stando sempre alle dichiarazioni di Blake Lively, sia Baldoni sia Heath sarebbero entrati nella sua roulotte senza permesso, “anche quando stava allattando il figlio neonato”. Il documento prosegue affermando che “le preoccupazioni sollevate da [Lively] non erano solo per lei, ma anche per le altre donne del cast e della troupe, alcune delle quali si erano espresse in merito”.
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Lively avrebbe chiesto a Baldoni di non aggiungere altre scene di sesso al di fuori di quelle previste dalla sceneggiatura del film, che lei aveva approvato prima dell’inizio delle riprese. Secondo la denuncia, Sony Pictures avrebbe approvato le richieste della Lively, ma la denuncia prosegue accusando Baldoni di “manipolazione sociale” e di aver lanciato una campagna per “distruggere” la reputazione della Lively.
Nel documento, Lively sostiene che Baldoni e Heath si sono comportati in modo non professionale, descrivendole anche “le loro passate relazioni sessuali” e parlandole della loro “precedente dipendenza dalla pornografia”. Lively sostiene anche che Baldoni ha affermato di poter comunicare con i morti, compreso suo padre, Ernie Lively, morto nel 2021. Un portavoce della Lively ha rimandato Variety a una dichiarazione rilasciata dall’attrice al New York Times, in cui affermava: “Spero che la mia azione legale contribuisca a far calare il sipario su queste sinistre tattiche di ritorsione ai danni di chi parla di cattiva condotta e aiuti a proteggere altri che potrebbero essere presi di mira”.
Il team legale di Baldoni ha respinto le affermazioni della Lively. “È vergognoso che la signora Lively e i suoi rappresentanti rivolgano accuse così gravi e categoricamente false contro il signor Baldoni, i Wayfarer Studios e i suoi rappresentanti, come ennesimo disperato tentativo di “aggiustare” la sua reputazione negativa, ottenuta grazie alle sue stesse osservazioni e azioni durante la campagna per il film; interviste e attività stampa che sono state osservate pubblicamente, in tempo reale e non montate, e che hanno permesso a Internet di generare i propri punti di vista e le proprie opinioni”si legge nella dichiarazione di Freedman a Variety in merito alla denuncia.
Freedman definisce le accuse rivolte ai Wayfarer Studios come false, offensive e intenzionalmente provocatorie, con l’obiettivo di danneggiare l’immagine pubblica dello studio e alimentare una certa narrativa sui media.
Per gestire le tensioni, lo studio ha scelto di assumere un manager di crisi prima della campagna di marketing del film. Questa decisione è stata motivata dalle ripetute minacce e richieste di Lively, tra cui il rischio che non si presentasse sul set o non promuovesse il film se le sue pretese non fossero state soddisfatte. Inoltre, Lively avrebbe utilizzato il suo rappresentante Leslie Sloan per diffondere informazioni false e negative sui media, aggravando la necessità di pianificazioni preventive. La dichiarazione sottolinea che i Wayfarer Studios non hanno intrapreso azioni contro Lively o i media, ma si sono limitati a rispondere alle richieste di chiarimenti e a monitorare la situazione. Si precisa infine che la pianificazione interna e le strategie di comunicazione adottate rientrano nelle normali procedure dei professionisti delle pubbliche relazioni.
Nel frattempo, 24 ore dopo la denuncia di molestie sessuali, Justin Baldoni è stato licenziato dalla sua agenziaIL WME. La WME rappresenta anche la Lively e, data la gravità delle accuse contenute nella denuncia dell’attrice, ha ritenuto che fosse necessario agire rapidamente.
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