Dietro al messaggio di Conte dopo la vittoria del Napoli double face a Marassi c’è un sottinteso. Al di là delle ripetute puntualizzazioni sugli obiettivi stagionali, è evidente nel tecnico la voglia di competere per il risultato più prestigioso: per lo scudetto, vinto da Antonio per l’ultima volta nel 2021 sulla panchina dell’Inter, prima di intraprendere la seconda avventura in Premier.
Perché la sollecitazione di sabato sera, dopo la seconda vittoria esterna in una settimana, è stata davvero forte. L’allenatore ha quasi sorvolato sul convincente primo tempo, in linea con la prestazione di Udine. Se il Napoli vuole tornare lassù deve avere l’ambizione di migliorarsi di partita in partita, anzi di tempo in tempo. Perché i rischi sono dietro l’angolo e basta poco per rovinare una gara o addirittura un progetto.
Napoli, vittoria a Genova, sorpasso in vetta
Conte è convinto che questa squadra possa battersi contro qualsiasi avversario, anche quelli che sono lassù col Napoli, perché ha pochi limiti. Uno è chiaro ed è la lunghezza della panchina. L’assenza di Buongiorno si è avvertita e alla riapertura del mercato urge un investimento per completare la difesa. Il Napoli a intermittenza rischia di non poter sviluppare bene il progetto accettato da Conte dopo il pressing di Di Lorenzo.
Ci vuole quella ferocia agonistica che Antonio ha conosciuto ancor prima di entrare nello spogliatoio della Juve perché a Lecce ha avuto sergenti di ferro e tecnici di qualità come Eugenio Fascetti e Carlo Mazzone.
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