Un colpo di testa, un tocco di rapina, un calcio di punizione. Ha creato poco finora, la Juventus, dodicesima in Serie A per numero di tiri, ma con un attaccante d’area in più a disposizione, per giunta bravo sui calci piazzati, magari da quel poco avrebbe ricavato qualche gol in più e forse avrebbe pure creato qualcosa in più. Ottenendo, ed è la cosa più importante, qualche punto in più.
Fattore Milik
Di proprietà di Arek doveva essere il giocatore capace di dare alla Juventus tutto quanto appena elencato e in più anche un po’ di riposo a Dusan Vlahovicevitandogli magari l’infortunio muscolare di novembre, o nel caso far pesare meno la sua assenza. Una scelta che presentava un margine di rischio, puntare sul polacco reduce da un intervento al menisco e con una cartella clinica certo non immacolata, accettato da Giuntoli e Motta per concentrare le risorse economiche su altri giocatori. Per sfortuna della Juventus quel rischio si è concretizzato e Milik è dovuto tornare sotto i ferri il 2 ottobre, privando la squadra bianconere di tutto ciò che un centravanti può dare.
L’attesa del rientro
Non c’è da stupirsi, dunque, del fatto che la Juventus attenda il ritorno del polacco con impazienzané del fatto che nel frattempo un centravanti lo stia cercando sul mercato. Una ricerca la cui intensità sarà condizionata molto dalla valutazione del recupero di Milik e della sua affidabilità per la seconda parte della stagione. Per il momento il lavoro dell’attaccante procede secondo i programmi e la Juventus nei prossimi giorni valuterà se aggregarlo al gruppo per la trasferta in Arabia Saudita per la Supercoppa italiana: difficile che possa dare qualcosa in campo dopo un’inattività così lunga (ma per una zampata in un’area affollata può bastare un minuto), potrebbe però comunque lavorare con i compagni. Lavoro che sarebbe utile anche per valutare le sue condizioni e trarne le conseguenze in ottica mercato.
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