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Lega Serie A, il neo-presidente Simonelli: «Non mi hanno fatto parlare dopo l’elezione, è allucinante»

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A Repubblica: «Ho doti diplomatiche, sono stato console per il Canada nel Nord Italia. Credo che mi abbiano scelto per questo. Non ho incompatibilità»

Gc Milano 20/12/2012 – assemblea per elezione presidente Lega Serie A / foto Giuseppe Celeste/Image Sport
nella foto: Ezio Maria Simonelli

Lega Serie A, il neo-eletto Simonelli: «Non mi hanno fatto parlare dopo il voto, è allucinante»

Repubblica intervista il nuovo presidente della Lega Serie A Enzo Simonelli che è stato eletto ma non è stato proclamato. Intervista da cui risulta chiarissimo che il clima in Lega Serie A è tutt’altro che pacificato.

Scrive Repubblica, con Matteo Pinci:

«Mi piace la parola pacificatore. Credo di pace ci sia bisogno, nel calcio italiano». Ezio Simonelli ha dovuto attendere più di 24 ore per poter parlare da nuovo presidente della Lega di A e questa è la sua prima intervista. Eletto con 14 voti, la sua proclamazione è stata bloccata da lotte interne.

Ieri l’annuncio ufficiale: «Ma giuridicamente la proclamazione non esiste. Speravo che con un gruppo così solido di società a sostenermi, la mia elezione fosse un momento per unire la Lega».

Simonelli, invece dopo la sua elezione è scoppiata una battaglia.
«Nello sport si combatte lealmente per vincere e poi con altrettanta lealtà e onestà si fanno gli onori al vincitore. Qui il combattimento non è stato molto leale. Ero pronto a fare un discorso di conciliazione, non per dire “sarò il presidente di tutti”, che è quello che dice chi poi fa il presidente di qualcuno. Io dico che sarò un presidente che ascolta le istanze di tutte e 20 le società, non solo di due o tre. Ci saranno volte in cui gli interessi saranno in contrasto e bisognerà trovare mediazioni».

Le serviranno grandi capacità diplomatiche.
«Le capacità diplomatiche dovrebbero riconoscermele per definizione, visto che ho fatto il Console per il Canada nel nord Italia (e qui sorge la domanda del Napolista: il Nord Italia è uno Stato a sé?). Credo mi abbiano scelto per questo. Serviva una persona di equilibrio, che non si facesse sopraffare e non si sovrapponesse a nessuno. Polemiche come quelle dell’altro giorno che sono poi stroncate dai fatti e lasciano il tempo che trovano non fanno bene. Ho letto un articolo che titolava: “La guerra della Lega”. E purtroppo era vero. Ma guerra è una parola molto seria, non vorrei più leggerla accostata al mondo del calcio. Sarebbe stato meglio uscire con un bel comunicato per dire: “Finalmente abbiamo una presidenza forte”».

Solo venerdì la Lega si è spaccata sulla sua nomina.
«Ho trovato allucinante quello che è successo dopo il voto. È la prima volta che viene eletto un presidente e non lo si chiama a ringraziare».

Non solo: il suo predecessore ha convocato un Consiglio di Lega per stabilire se lei ha i requisiti di indipendenza.
«Ho già detto alle società che quel Consiglio di Lega è stato illegittimamente convocato. Non ci sarà nessun giudizio su candidati e indipendenza. Ho presentato l’autocertificazione come da Statuto, chi pensa io abbia mentito può denunciarmi, ma io so di aver certificato il vero. Nelle società quotate si verifica l’indipendenza dei consiglieri, non di uno ma di tutti: se servirà, verificheremo l’indipendenza di tutti i consiglieri appena sarà costituita la governance».

Risulta dimissionario da Mediaset e Mondadori, che hanno la stessa proprietà del Monza.
«Ho risolto tutte le incompatibilità a monte, quelle vere e altre un po’ forzate. Ho troppo rispetto per la Lega e per chi mi ha eletto per fargli correre qualche rischio. È stato un sacrificio, di prestigio e anche economico. Ma amo il calcio, ho preso un impegno».

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