Diverse associazioni hanno presentato martedì scorso una denuncia con costituzione di parte civile contro un soldato franco-israeliano. È accusato di tortura, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidiocontro i civili arrestati a Gaza a gennaio, secondo le informazioni di franceinfo. Questa denuncia, che franceinfo ha potuto consultare, è presentata dalla Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e da tre associazioni palestinesi (Al-Haq, Centro Al Mezan e Centro palestinese per i diritti umani).
Una prima denuncia contro X era stata presentata in aprile da tre associazioni filo-palestinesi contro questo militare, per gli stessi fatti. L’udienza è stata chiusa a settembre dalla Procura nazionale antiterrorismo (Pnat), che ha ritenuto che i fatti fossero “non sufficientemente caratterizzati”. L’offensiva israeliana provoca almeno 45.028 morti nella Striscia di Gazain maggioranza civili, secondo gli ultimi dati forniti lunedì dal ministero della Sanità di Hamas per Gaza, ritenuti attendibili dall’ONU.
Un soldato identificato in un video pubblicato su X
Il soldato preso di mira è un cittadino franco-israeliano, originario di Lione, identificato da queste associazioni come l’autore di un video pubblicato da un account X il 19 marzo. In questo video, qualificato al momento “abietto e scioccante” attraverso il Quai d’Orsay, filma un uomo incatenato, bendato, mezzo svestito, con una corda al collo, mentre viene estratto da un camion. Sentiamo una voce dire “Hai visto quei bastardi, mio nipote? (…) si è pisciato addosso. Ti faccio vedere le spalle, riderai, lo hanno torturato per farlo parlare”. Il video continua e vediamo diversi uomini ammassati insieme, incatenati, ai quali la voce chiama “Eri felice il 7 ottobre?” e insulti più volte.
La denuncia denuncia i maltrattamenti inflitti ai prigionieri di Gaza, a cui sono sottoposti abusi fisici, percosse, annegamento, elettrocuzione, attacchi di cani, abusi sessuali e psicologici.
Abuso intenzionale e sistematico, secondo la denuncia
Sottolinea inoltre la natura “sistemica” di queste pratiche e sottolinea la natura intenzionale di questi atti che mirano a “disumanizzare” e “negare la dignità”. “Sono schemi che abbiamo ritrovato molto nelle testimonianze raccolte direttamente a Gaza, dalle vittime sopravvissute, con testimonianze che descrivono la presenza di minori, bambini arrestati e sottoposti agli stessi atti di tortura, ancora una volta con testimonianze di prima mano. Ciò corrisponde a modelli di perpetrazione sistematici“, denuncia Clémence Bectarte, avvocato della FIDH.
Presentare denuncia con costituzione di parte civile, come avviene in questo caso, permette di rivolgersi direttamente a un gip per rilanciare l’indagine, nonostante il parere negativo espresso dal Pnat.
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