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Morte del grande musicista indiano Zakir Hussain, virtuoso delle tabla – Libération

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Il leggendario percussionista, noto per aver reso il suo strumento tradizionale amato in tutto il mondo, è morto all'età di 73 anni a San Francisco.

Fai musica. È stata questa la sfida di un vertice attorno alle tablas di Zakir Hussain, in una sessione per l'etichetta ECM che segnerà una pietra miliare. Quasi quarant'anni dopo, al momento dell'annuncio della morte dell'indiano in un ospedale di San Francisco, dove viveva per una parte dell'anno, era questo disco intitolato semplicemente Fare musica che mi viene in mente. Al suo fianco il flautista Hariprasad Chaurasia, il chitarrista John McLaughlin e il sassofonista Jan Garbarek, tre musicisti in sintonia con questa intenzione che suona come una naturale ovvietà, al di là di ogni litigio di cappella. Nessuno qui nega le sue origini, tutti ci invitano a inventare un altro universo, un jazz di cui non ha più veramente il nome, un musica mondiale prodotto di marketing non ancora formattato. Chiamiamola musica.

«Dio è sano»questo slogan che portava su una maglietta richiama la natura profonda di colui che un giorno diventerà il fachiro delle tablas, un bastad (maestro) celebrato dai suoi coetanei. Come potrebbe essere altrimenti quando sappiamo che Zakir Hussain Allaraka Qureshi, nato il 9 marzo 1951 a Mumbai, è il figlio maggiore di Ustad Allah Rakha Khan, l'himalaiano delle tablas. È da questo maestro del tempo nella musica indostana che imparerà molto, immerso in esso “un’atmosfera dove la musica era presente 24 ore su 24”. Tanto che a 7 anni è già sul palco, e presto in tournée.

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“Il suonatore di tabla è un po' come un p

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