Il governo tedesco si oppone al progetto del suo omologo israeliano sul Golan siriano. Sottolineando che “dal punto di vista del diritto internazionale questo territorio controllato da Israele appartiene alla Siria”, un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato lunedì che Berlino invita lo Stato ebraico a rinunciare al progetto approvato il giorno prima.
Il piano del primo ministro Benjamin Netanyahu punta sullo “sviluppo demografico delle località del Golan e del Golan [la ville de] Katzrin […] alla luce della guerra e del nuovo fronte in Siria e del desiderio di raddoppiare la popolazione del Golan”, si legge in una nota del suo ufficio.
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“Una fase di sconvolgimento politico”
Berlino ha sottolineato che è “molto importante che in questa fase di sconvolgimenti politici in Siria, tutti gli attori della regione tengano conto dell’integrità territoriale della Siria e non la mettano in discussione”. La Germania “invita tutti gli attori della regione a dare prova di moderazione”, ha dichiarato il portavoce tedesco Christian Wagner, sottolineando che la Siria, devastata da più di dieci anni di guerra, “è stata per troppo tempo il giocattolo di potenze straniere”.
Circa 30.000 cittadini israeliani vivono in 34 località del Golan annesso a Israele, a cui si aggiungono 23.000 drusi, comunità la cui religione deriva dall’Islam, che in maggioranza si dichiarano siriani pur avendo lo status di residenti in Israele. Israele ha conquistato parte del Golan, nel sud-ovest della Siria, durante la guerra arabo-israeliana del 1967, prima di annettere il territorio nel 1981. Solo gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione di Donald Trump, hanno riconosciuto questa annessione nel 2019.
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