Non capisco perché abbia preferito andare solo per un giorno in Corsica piuttosto che partecipare alla riapertura di Notre Dame de Paris, uno dei bellissimi simboli del cattolicesimo? Cosa è successo veramente per impedirgli di venire?
Cristina
Ciao Cristina, questa è una domanda che è stata ampiamente commentata e che ha sorpreso anche alcuni vescovi contattati fuori sede. Ma è falso dire che il Papa odia la Francia, come hanno affermato commentatori poco informati. D’altronde il Papa ha sempre detto, fin dal suo arrivo sul soglio pontificio, che avrebbe incontrato le “periferie”. Questo vuol dire quello che significa: i territori ai margini delle grandi metropoli, la terra dei “dimenticati” secondo l’espressione dell’abate Costante, vicario generale di Ajaccio che ha organizzato qui la visita del papa. La Corsica, quest’isola dove coltiviamo questa forma di fede molto popolare, molto viva, incarna un po’ questo, proprio come Marsiglia, l’anno scorso – è venuta lì per accendere i riflettori sulla tragedia dei migranti. Nel complesso, la regione del Mediterraneo, terra di conflitti e tensioni sociali, è una delle sue priorità. Inoltre, in generale, non gli piace molto lo sfarzo di una certa chiesa: ecco perché, ad esempio, non si stabilì negli appartamenti papali in Vaticano, ma in una suite molto più modesta della residenza di Sainte-Marthe. , proprio accanto. Se infine guardiamo la sua agenda, il 7 dicembre, giorno della riapertura di Notre-Dame, si è svolto il concistoro per la nomina dei cardinali in Vaticano, un momento importante. E l’8 dicembre era la festa dell’Immacolata, che nessun papa – se non in tempo di guerra – ha trascorso altrove che a Roma. Ma ha comunque inviato un testo da far leggere il giorno della riapertura di Notre-Dame da parte dell’arcivescovo di Parigi, Laurent Ullrich. Ha detto in particolare che questo evento è “un segno di immensa gioia per tutti i credenti”.
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