l'essenziale
Il 14 dicembre 2024 la Corte d'assise della Loira Atlantica ha condannato tre uomini a 22 anni di carcere per “rapina violenta che ha portato alla morte” di Nadir, 18 anni. Il quarto imputato è stato condannato a 15 anni di carcere per “complicità in reati, furto aggravato e occultamento di criminali”.
Sono passati quattro anni da quando Nabila Belhalfaoui attendeva il processo volto a determinare la responsabilità di quattro imputati nella morte del figlio diciottenne Nadir. La sera del 9 agosto 2020, il corpo del liceale è stato scoperto nell'appartamento di famiglia, legato e imbavagliato, con un cuscino sul viso. Secondo l'autopsia, il giovane è morto a causa di asfissia meccanica. Inoltre, avrebbe subito uno strangolamento manuale.
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Le tracce del Dna rinvenute sul posto e gli studi telefonici hanno permesso agli investigatori di risalire a tre uomini, arrestati nei mesi successivi. Secondo gli investigatori i quattro imputati si sarebbero recati a casa della vittima con l'obiettivo di rubare la somma di 3.700 euro in contanti. Si trattava del denaro proveniente dalla ricerca della moschea Aïcha di Nantes, dove il padre della vittima era vice tesoriere dell'associazione culturale che gestisce il luogo di culto.
“Non potrà restituirmi Nadir”
Il 14 dicembre 2024 la sentenza è stata emessa dalla Corte d'assise della Loira Atlantica, che ha condannato a 22 anni di carcere tre degli imputati per “rapina con violenza con esito mortale”. Anche questi tre uomini di nazionalità algerina sono stati banditi definitivamente dal territorio francese. Il quarto imputato, considerato l'ideatore della vicenda, è stato condannato a 15 anni di carcere per “complicità in reati, furto aggravato e occultamento di criminali”. Conosceva la famiglia di Nadir e sapeva che suo suocero teneva in casa la somma che gli imputati avevano tentato di rubare.
Al termine dell'udienza, la madre della vittima ha confidato le sue sensazioni riguardo al verdetto Francia Blu. “Ventidue o quindici anni di reclusione penale non possono restituirmi Nadir”, si è rammaricata, concludendo: “Ciò che mi uccide è sapere in questo processo che Nadir ha sofferto una morte lenta”.
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