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L'ONU chiede il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi

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In una risoluzione votata con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni, l'organismo delle Nazioni Unite “chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente al quale tutte le parti si attengono e chiede nuovamente il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Sostenuto da diversi Paesi, il testo chiede inoltre a tutte le parti di “rispettare pienamente il diritto internazionale e in particolare il diritto internazionale umanitario, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili”.

Inoltre, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite “riafferma il suo fermo impegno a favore della visione della soluzione a due Stati, in cui la Striscia di Gaza sia parte dello Stato Palestinese e in cui due Stati democratici, Palestina e Israele, convivano fianco a fianco in pace, in un contesto sicuro e confini riconosciuti, in conformità al diritto internazionale e alle risoluzioni degli organi delle Nazioni Unite in materia.

L’Assemblea Generale ha inoltre adottato una risoluzione sull’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).

Le famiglie degli ostaggi dicono che dobbiamo agire e agire rapidamente. Con una ventata di ottimismo, come dice Marlene vicino alla residenza di Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, per un accordo per la liberazione di un certo numero di ostaggi.

Solo il 50% sarebbe ancora vivo

“Sembra incredibile che siano lì da più di un anno”, dice Marlène. Non sappiamo quanti siano vivi, ma penso che ci sia effettivamente una possibile apertura. E forse se il governo fosse in grado di fare questo passo, sarebbe fantastico”.

Ma l’accordo che sta emergendo prevede il rilascio solo di un piccolo numero di ostaggi. E per Adar è lo scenario peggiore: “Dobbiamo liberarli tutti, altrimenti gli altri moriranno sicuramente. Penso che alcuni siano già morti. Credo che solo il 50% sia ancora vivo e questa è una stima ottimistica.
Inoltre, il portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Ubaida, ha annunciato che l'esercito israeliano ha recentemente “bombardato un luogo dove si trovavano ostaggi israeliani”, aggiungendo “di aver ripetuto i bombardamenti per assicurarsi che venissero uccisi”.

In una serie di messaggi, pubblicati sul suo canale privato sull'applicazione Telegram, Abu Ubaida afferma che le informazioni dell'intelligence indicano che il nemico israeliano “ha deliberatamente bombardato il luogo con l'obiettivo di uccidere gli ostaggi e le loro guardie”.
Abu Ubaida riteneva “il criminale di guerra Netanyahu, il suo governo e il suo esercito pienamente responsabili di questo evento e della vita dei loro prigionieri”.

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