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A Bruxelles, attivisti di Amnesty versano sangue finto davanti all’ambasciata israeliana

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In occasione della Giornata internazionale in memoria delle vittime del crimine di genocidio, gli attivisti della ONG Amnesty International hanno versato sangue finto davanti all’ambasciata israeliana a Bruxelles, lunedì scorso, 9 dicembre, per denunciare il «genocidio» perpetrato da Israele a Gaza.

Nelle immagini diffuse da Amnesty International sui social network, gli attivisti brandiscono uno striscione con la scritta “Stop al genocidio”, mentre altri versano litri di sangue finto sull’asfalto. Un’etichetta sostituisce il cartello stradale, ribattezzandolo “Avenue Génocide”.

In un comunicato stampa, la direttrice della sezione belga francofona di Amnesty International, Carine Thibaut, ritiene che “da più di un anno la popolazione di Gaza vive un cataclisma quotidiano che semina morte e distruzione su una scala senza precedenti. . Responsabile di questo cataclisma è il governo israeliano, che mira nientemeno che alla distruzione fisica dei palestinesi nella Striscia di Gaza occupata. Questo genocidio deve finire immediatamente e tutti gli Stati, compreso il Belgio, devono fare tutto ciò che è in loro potere per raggiungere questo obiettivo”.

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“È inoltre essenziale che il nostro Paese si impegni al massimo nella lotta contro l’impunità, sostenendo i procedimenti dinanzi alla Corte internazionale di giustizia e alla Corte penale internazionale e garantendo che anche i presunti autori di crimini internazionali possano essere assicurati alla giustizia in Belgio”, precisa Carine. Thibaut.

Questa azione fa seguito alla pubblicazione, il 5 dicembre, di un rapporto schiacciante per Israele in cui Amnesty International concludeva che lo Stato ebraico stava perpetrando un “genocidio” contro la popolazione palestinese di Gaza.

La sezione israeliana dell’organizzazione internazionale ha immediatamente denunciato il rapporto definendolo una “conclusione predeterminata”.

Fin dall’inizio, nella corrispondenza internazionale, il rapporto è stato definito un “rapporto sul genocidio”, anche se la ricerca era nelle sue fasi iniziali”, affermano i membri di Amnesty Israel.

“Questo è un forte indicatore di parzialità e anche un fattore che può portare a ulteriori pregiudizi: immaginate quanto sia difficile per un ricercatore lavorare per mesi su un rapporto intitolato ‘rapporto sul genocidio’ e poi dover concludere che questi sono ‘solo “crimini contro l’umanità”, hanno aggiunto.

La guerra a Gaza è scoppiata quando Hamas ha inviato 3.000 terroristi armati in Israele il 7 ottobre per effettuare un brutale attacco in cui hanno ucciso quasi 1.200 persone. I terroristi hanno anche preso in ostaggio 251 persone, per lo più civili, e le hanno portate a Gaza. Israele ha risposto lanciando una campagna militare volta a distruggere Hamas, rimuoverlo dal potere a Gaza e liberare gli ostaggi.

Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, afferma che finora più di 40.000 persone sono state uccise o si presume siano morte nei combattimenti. Questo bilancio, che non è verificabile e che non distingue tra terroristi e civili, comprende i circa 17.000 terroristi che Israele sostiene di aver ucciso in combattimento e i civili uccisi dalle centinaia di razzi lanciati dai gruppi terroristici caduti all’interno della Striscia di Gaza. .

Hamas è accusato di aver gonfiato il numero delle vittime civili e di aver incluso i palestinesi uccisi dai razzi lanciati da fazioni terroristiche che ripiegano nella Striscia. Anche Hamas, in questa valutazione, non fa alcuna distinzione tra civili e terroristi.

Si stima che circa 100 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza. 105 civili sono stati liberati durante una tregua durata una settimana alla fine di novembre, e quattro ostaggi sono stati rilasciati prima della tregua. Otto ostaggi, tra cui una soldatessa, sono stati salvati vivi dalle forze israeliane e sono stati recuperati anche i corpi di 37 ostaggi, almeno tre dei quali sono stati uccisi per errore dall’esercito in un tragico incidente avvenuto a dicembre.

Dal 2014 Hamas detiene anche i corpi dei soldati dell’IDF Oron Shaul e Hadar Goldin, nonché di due civili israeliani, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, entrambi ritenuti vivi dopo essere entrati da soli nella Striscia di Gaza nel 2014. Rispettivamente 2014 e 2015.

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